Si ripete anche quest’anno la tradizione secolare della transumanza, la salita ai pascoli di mandrie e greggi intorno alla data del 24 giugno, festa di San Giovanni, ma è forte la preoccupazione per una crisi idrica senza precedenti sulle montagne cuneesi. Lo afferma Coldiretti Cuneo che evidenzia le difficoltà di allevatori e agricoltori, già vessati dall’aumento dei costi generato dalla guerra in Ucraina, che si trovano a fare i conti con la scarsità di acqua non solo in pianura ma anche sulle terre alte.
Il grido di allarme di Coldiretti Cuneo, condiviso dall’Associazione Regionale Margari (AREMA), riguarda una stagione iniziata con l’incognita siccità, fra sorgenti a secco e prime segnalazioni di alpeggi senza acqua dalle vallate saluzzesi a quelle cuneesi fino a quelle monregalesi e cebane, con il rischio concreto che alcuni pastori rinuncino alla monticazione e molti altri siano costretti alla discesa anticipata per mancanza d’acqua e carenza di erba per gli animali.
La Granda è la Provincia piemontese in cui si concentra principalmente la transumanza che, secondo l’analisi di Coldiretti, riguarda 200.000 animali tra bovini e ovicaprini, 1.300 famiglie cuneesi e 2.600 addetti, con molti giovani.
“Un dato importante, quello dei giovani, in un’ottica futura di mantenimento della tutela del territorio, di cura delle nostre terre alte, di salvaguardia della biodiversità e di valorizzazione di una produzione lattiero-casearia di eccellenza, che coinvolge, oltre alle aziende che praticano la transumanza, quelle che vivono e presidiano la montagna tutto l’anno. Un comparto che oggi rischia di sparire non solo per la difficile sostenibilità finanziaria di chi fa impresa in montagna, fra i rincari delle materie prime per alimentare il bestiame e i costi alle stelle dell’energia e del trasporto, ma anche per le conseguenze sempre più tangibili del cambiamento climatico”, rimarca il presidente di Coldiretti Cuneo Enrico Nada.
“Per fronteggiare questa grave emergenza idrica è urgente definire le priorità di uso delle risorse idriche ancora disponibili - prosegue Nada - dando precedenza al settore agricolo per garantire la disponibilità di cibo, prevedere uno stanziamento di risorse finanziarie adeguate per indennizzare le imprese agricole per i danni subiti a causa della siccità e favorire interventi infrastrutturali di medio-lungo periodo volti ad aumentare la capacità di accumulo dell’acqua e della successiva ottimizzazione nella gestione”.
“È necessario creare una rete di piccoli invasi su tutto l’arco alpino - afferma il direttore di Coldiretti Cuneo Fabiano Porcu - per evitare di arrivare a situazioni di crisi come quella attuale. Vanno coinvolti tutti i soggetti interessati, superando l’attuale frammentazione anche in termini di competenze amministrative, in modo tale da poter definire un piano strategico unitario a livello regionale che risponda alle esigenze delle imprese agricole”.