Il Consiglio provinciale ha approvato lunedì 4 febbraio all’unanimità il Piano per il controllo della nutria per il quinquennio 2019-2023, recependo le indicazioni espresse dall’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) a cui l’ente si è rivolto. La nutria (Myocastor coypus), specie animale simile al castorino che vive soprattutto nelle zone umide, sta diventando negli ultimi anni sempre più invasiva. E’ considerata una delle specie animali esotiche più pericolose a livello mondiale perché causa impatti rilevati alla biodiversità. Secondo le disposizione europee è necessario intervenire per l’eradicazione, il controllo numerico o il contenimento delle popolazioni.
In provincia di Cuneo la nutria è comparsa alla fine degli anni Novanta, risalendo i principali fiumi della pianura cuneese, iniziando a creare problemi con agricoltura, argini di bealere e canali irrigui negli anni successivi. Nei primi anni 2000 la specie ha continuato ad espandersi, sino a raggiungere anche località pedemontane e montane nel Saluzzese, Fossanese e Monregalese. Negli ultimi anni è stata segnalata la presenza di nutrie anche in torrenti montani delle principali vallate, anche sino a oltre 1000 metri.
La nutria è stata oggetto di vari Piani di controllo attuati dalla Provincia. A titolo di esempio nel 2017, nell’ambito di un centinaio di interventi da Caramagna a Casalgrasso, da Cervere a Sommariva Bosco, ma anche a Cuneo, Fossano, Bra, Alba, sono stati abbattuti 485 esemplari dal personale della Polizia Locale Faunistico Ambientale della Provincia di Cuneo con numerosi sopralluoghi e appostamenti, e comunque non sufficienti. La nutria continua a proliferare e sono numerose le richieste di intervento da parte di privati, imprese e pubbliche amministrazioni che pervengono, con regolarità, alla Provincia di Cuneo.
Il nuovo Piano di controllo della nutria, approvato dalla Provincia, prevede il controllo della specie con l’impiego di gabbie di cattura, a cui segue l’abbattimento diretto con arma da fuoco. Le linee guida del Piano fanno riferimento alla minaccia che le nutrie rappresentano per la biodiversità, soprattutto nei luoghi umidi dove vivono nutrendosi di vegetali e compromettendo la riproduzione delle specie botaniche tipiche. Notevoli poi sono i danni causati all’agricoltura (in particolare mais e coltivazioni orticole) e al sistema degli argini a causa delle galleria che gli animali scavano. Inoltre, la sovrapopolazione delle nutrie provoca un deterioramento qualitativo dei biotopi umidi (di grande valore ecologico) anche con la compromissione del successo riproduttivo di alcune specie ornitiche, quali tarabuso, falco di palude, tuffetto e altri. La legge regionale attribuisce alle Province l’attività di controllo della fauna selvatica, nonché delle specie esotiche invasive, compresa la nutria. Nel caso in cui sia poi emanato un Piano comunitario e/o nazionale e/o regionale per la gestione della nutria non compatibile con quanto previsto nel Piano provinciale, quest’ultimo si adeguerà immediatamente in modo coerente con le nuove disposizioni normative.
Sempre lunedì 4 febbraio la Provincia ha trasmesso all’Ispra a proposta di Piano di controllo della specie cinghiali per 2019-2023, ai sensi dell’articolo 19 della legge 157/1992 in tema di caccia.