Realizzare un sistema museale diffuso sul territorio della Granda per valorizzare e promuovere il Romanico. E’ la proposta che la Provincia di Cuneo fa sua con una convenzione rivolta a tutti i Comuni che sono sede di chiese romaniche, sulla linea tracciata dalla Regione Piemonte per sostenere la cultura e l’economia turistica del territorio regionale. Nel progetto entrano le Fondazioni bancarie anche per promuovere iniziative sia a tutela del patrimonio storico, sia per la diffusione della conoscenza e della valorizzazione che i beni romanici a cui potrebbero essere destinati anche fondi europei, statali e regionali.
Lo schema di accordo convenzionato, composto solo da sei articoli e molto lineare, è stato approvato all’unanimità dal Consiglio provinciale di lunedì 29 novembre. Come ha ricordato nel suo intervento il presidente della Provincia Federico Borgna, si tratta di far conoscere e valorizzare il ricco patrimonio di arte e architettura romanica presente nella Granda in alcuni casi ancora poco conosciuto. La Provincia di Cuneo ritiene che tale proposta rientri a pieno titolo nelle opportunità strategiche dei rapporti con gli enti locali per il reperimento di fondi e di sostegni finanziari nell’interesse delle autonomie locali.
In effetti, anche se tardiva, l’affermazione del Cristianesimo nelle aree della Granda ha contribuito, in epoca Longobarda, alla rinascita architettonica ed artistica. Poco rimane di quanto costruìto nell’Anno Mille: ad esempio i monasteri di San Dalmazzo di Pedona (ora Borgo San Dalmazzo), San Colombano a Pagno e di San Costanzo al Monte presso Villar San Costanzo in seguito alle distruzioni saracene, verranno edificati dopo il Mille in stile romanico. Il romanico, stile diffusosi nell’Europa Occidentale nei primi due secoli del secondo millennio, ha vissuto nel Cuneese una lunga stagione. Si è innestato su elementi antichi e ha proseguito la sua influenza anche quando da Oltralpe è arrivato il gotico. Campanili, torri, capitelli, rilievi scultorei, cicli di affreschi hanno arricchito gli edifici religiosi, connotati da un aspetto massiccio che viene esaltato dalle linee prospettiche. Accanto alle testimonianze architettoniche si collocano quelle lasciate dalle arti figurative e dalla scultura presente in modo parziale e frammentario in diversi edifici. In particolare, nel Saluzzese e nel Monregalese ci sono grandi esempi di architettura romanica si trovano nelle caratteristiche murature irregolari (tra le altre Pagno, Manta, Villar San Costanzo, Busca, Roccaforte Mondovì, Breolungi), alcune con affreschi antichissimi e preziosi. Come dicevamo, risalgono al XII secolo le abbazie di Staffarda e di Rifreddo, San Costanzo al Monte con le due chiese sovrapposte, l’abbazia di Borgo San Dalmazzo con l’area archeologica. Assaggi di alto Medioevo anche a Pagno e a Villar San Costanzo, mentre il tocco del tardo Medioevo si vede nei centri storici di Mondovì e di Saluzzo, dove vivevano i Marchesi, grandi committenti di opere d’arte, come si vede nella chiesa di San Giovanni.