È in fuga da una settimana e qualcuno le ha già dato un nome: Libera. È una pecora sfuggita alla macellazione insieme a tre compagne (subito riprese), che da una settimana si aggira per le strade di Borgo San Dalmazzo. L’animale, di proprietà di un allevatore di ovini, era stato trasportato al centro Pedona Carni nella mattina di mercoledì 29 giugno. Dopo aver saltato la recinzione, si è dileguata nella zona industriale: numerosi, da allora, gli “avvistamenti” dei cittadini incuriositi.
La sua storia è stata raccontata in un articolo di Matteo Borgetto su
La Stampa e ora ha attirato l’attenzione di varie associazioni animaliste. Chiedono - così come molti commentatori sui social - che Libera venga salvata dal triste destino che l’attende una volta ripresa. L’associazione Meta Tutela Animali e Ambiente, ad esempio, ha chiesto di poterne ottenere l’affido:
“Abbiamo contattato le istituzioni di Borgo San Dalmazzo e chiesto l'aiuto del sindaco Roberta Robbione, ci auguriamo che per Libera possa esserci un lieto fine, un lieto fine che renderebbe onore all’intera città e sarebbe inoltre un segno di luce e speranza per tutti. Lasciamo vivere Libera, si è guadagnata la sua libertà e il diritto di poter vivere”.
Anche il Centro Recupero Ricci “La Ninna” di Novello si è mobilitato per rintracciare il proprietario di Libera: “Non vogliamo che la uccidano, chi ha notizie del proprietario ci contatti, sono disposto personalmente a corrispondere il valore dell’animale, anche se la vita non ha prezzo per me” dice il veterinario Massimo Vacchetta, direttore del Centro, che propone di affidarla a un santuario aiutando chi se ne farà carico a coprire le spese di mantenimento.