Riceviamo e pubblichiamo.
Buongiorno presidente Cirio,
sono molto contenta della sua partecipazione alla protesta con i commercianti e la ringrazio.
Con questa lettera voglio sottolineare le perdite subite da ogni singolo negozio, che sia un bar o un ristorante. Io sono una parrucchiera, ho deciso 4 anni fa di prendere questa via grazie a mia mamma che mi ha trasmesso amore, passione e devozione per il nostro lavoro. Ho 26 anni e purtroppo mi dispiace dirlo, non vedo un futuro, perché continuamo a pagare le tasse senza avere riscontri da parte dello Stato. Non è la prima volta che veniamo chiuse, dopo tutte le precauzioni che abbiamo dovuto prendere (più che corrette) le chiedo immensamente di venirci incontro.
Alla mia età non voglio che sia tutto "rose e fiori", ma vorrei che l'investire sul mio negozio sia una priorità per poter guardare al futuro con occhi diversi. Tutto questo sta portando alla cattiveria, alla non sopportazione e ad un puro egoismo perché ormai è importante solamente guardare nel proprio vivere e secondo me non porterà giovamento. Avrei tanti desideri se si potesse lavorare, come una casa ed una famiglia, ma sembra che ormai sia impossibile.
Vedo la gente, me inclusa, portata all'estremo della disperazione. Capisco che la decisione spetta a Roma, ma le chiedo gentilmente di darci una mano a spronare chi sta seduto laggiù ad aprire gli occhi e capire le nostre sofferenze.
Le auguro una buona giornata,
Francesca (una partita iva qualunque)