Uno studio sulla fauna del suolo dei Parchi Alpi Marittime e Marguareis scopre specie nuove per l’Italia e apre confini inesplorati alla ricerca. Il suolo rappresenta una delle ultime frontiere da esplorare per quel che riguarda lo studio della biodiversità, essendo uno degli ambienti meno conosciuti e indagati del nostro pianeta. Gli organismi del suolo ricoprono un ruolo essenziale in molti processi biologici, dalla decomposizione del materiale organico di origine vegetale e animale, alla mineralizzazione e più in generale alla formazione del suolo stesso, nota come pedogenesi. È stato stimato che il valore economico annuale globale attribuibile ai servizi ecosistemici forniti dalla biodiversità del suolo, ammonti a quasi 1.500 miliardi di euro.
Negli ultimi dieci anni, la conservazione della fauna del suolo è diventata un obiettivo prioritario nelle politiche ecologiche internazionali: la scomparsa di queste comunità animali è legata a diversi fattori quali inquinamento, perdita di fertilità dei suoli, aumento della temperatura globale, uso di pesticidi e progressiva semplificazione degli ecosistemi, con tutto quello che ne consegue.
Nell’ambito del progetto ALCOTRA – Piano Integrato Tematico (PITEM) Biodiv’Alp - Co.Bio.Div (“Comprendere la biodiversità e gli ecosistemi per proteggerli meglio insieme”), che mira ad acquisire dati sulla biodiversità alpina nascosta tra il confine italiano e quello francese, è stata svolta una ricerca da parte del Dipartimento di Scienze dell’Università Roma Tre (gruppo di ricerca del prof. Andrea Di Giulio, in collaborazione con Ispra e con vari specialisti di artropodi edafici) finalizzata all’identificazione delle specie di artropodi presenti nel suolo del Parco Naturale delle Alpi Marittime e del Parco Naturale del Marguareis. I risultati preliminari di tale studio hanno già portato all’identificazione di 51 famiglie e di 174 specie di acari oribatei, un gruppo chiave di artropodi particolarmente adattati alla vita nel suolo e fondamentali per la sua conservazione. Tra queste, ben 11 specie sono risultate essere nuove segnalazioni per la fauna italiana (Schatz et al., 2021), evidenziando l’elevata biodiversità ancora sconosciuta presente nell’area indagata.