Dopo l’enorme impegno profuso per l’allestimento e lo svolgimento del Presepe Vivente andato in scena nelle festività natalizie, per la Pro Loco di Valgrana è tempo di tracciare un bilancio dell’edizione appena archiviata. “Non era scontato riuscire a ripartire dopo la rivoluzione sociale imposta dal Covid 19, che ha causato la fine di molte manifestazioni ed esperienze comunitarie, per cui il solo fatto di essere riusciti a rimettere insieme i pezzi e portare nuovamente nel centro storico di Valgrana il Presepe Vivente per la pro loco di Valgrana rappresenta un grande successo” racconta Rosella Isoardi, presidente della pro loco stessa.
A livello di pubblico la manifestazione ha riscosso il solito grande successo, con visitatori estremamente soddisfatti e provenienti anche da fuori provincia, soprattutto nelle serate del 28 dicembre e del 5 gennaio. “La nostra fortuna è quella di avere un centro storico che si presta molto bene a questo tipo di messa in scena, con cortili, porticati ed angoli davvero suggestivi rimasti fedeli alla loro struttura originaria - spiega Ugo Aimar, vera e propria mente e anima della manifestazione – e di avere proprietari degli edifici privati che si prestano a concedere i loro spazi; il presepe vivente smette così di essere una manifestazione della pro loco e diventa un vero e proprio progetto della comunità, sostenuto dall’amministrazione pubbliche, dalle aziende che sponsorizzano e dai cittadini che partecipano”.
Il dato più impressionante della manifestazione è proprio questo, il fortissimo coinvolgimento di tutta la comunità valgranese e non solo. Rosella Isoardi sottolinea questo aspetto: “Siamo un paese che non arriva alle 800 persone residenti, per cui mettere insieme circa 400 volontari, tra figuranti e operatori “dietro le quinte” rappresenta un aspetto davvero rilevante. Abbiamo comparse e personaggi provenienti da paesi limitrofi, ma oltre 300 persone coinvolte sono valgranesi. Significa che ogni famiglia residente in un modo o nell’altro partecipa. Il senso di mettere in piedi questa manifestazione sta forse più nella ricerca di un modo per creare comunità che non la creazione di un evento per il pubblico. Ovviamente l’apprezzamento dei visitatori e la loro presenza massiccia è un piacere e qualcosa che gratifica per tutto il lavoro svolto”.