Un prezioso habitat in alta Valle Tanaro è stato salvato. Lo confermano i risultati preliminari di uno studio del Dipartimento di Scienze dell’Università di Roma Tre effettuato su aree umide, alle pendici del Marguareis. Un complesso di stagni e torbiere nel Vallone dei Maestri, situato tra il Colle del Lago dei Signori e il pianoro di Sant’Erim, che nel 2019 è stato sottoposto ad azioni di miglioramento dell’habitat a cura dell’Ente di gestione Aree Protette Alpi Marittime. Gli interventi realizzati con il cofinanziamento del Piano di sviluppo rurale della Regione Piemonte sono consistiti in opere di regimazione delle acque e per la protezione dal pascolo del bestiame in alpeggio oltre che nella trasemina (dispersione di semi per aumentare la variabilità e la concentrazione della flora).
Tutto ciò per salvare un ambiente molto importante per la biodiversità.
Ma come misurare il successo dell’operazione condotta dall’Ente? E qui è entrata in gioco la squadra dell’Università romana coordinata dal professor Marco Bologna. I ricercatori hanno avviato indagini faunistiche ed ecologiche su gruppi selezionati d’insetti acquatici – in particolare degli ordini Odonata e Coleoptera – per comparare l’entomocenosi (composizione qualitativa e quantitativa delle specie di insetti studiati) delle aree umide di nuova formazione o recuperate al Colle del Lago dei Signori e di Sant’Erim con quella di un habitat analogo, ma maturo, poco distante e alla stessa quota, situato nel Bosco delle Navette.
La composizione della cenosi (insieme delle specie vegetali e animali di un ambiente) di Sant’Erim, rivela lo studio dell’Università, è poco diversa da quella dell’area umida del Bosco delle Navette. Affermano gli studiosi: “L’intervento di ripristino e ricostruzione del complesso di stagni a Sant’Erim sembra avere già un buon successo per quanto riguarda la colonizzazione di insetti acquatici con ampie capacità dispersive come gli Odonati”. Gli esiti delle osservazioni e dei rilievi eseguiti fanno immaginare un progressivo completo recupero dell’habitat dell’area. Meno positivo il risultato ottenuto dall’intervento presso il Colle del Lago dei Signori. Qui la limitatezza dell’apporto idrico nello stagno realizzato non ha consentito la sua rinaturalizzazione dell’ambiente.
Oltre al rilievo scientifico e ambientale delle operazioni condotte, le aree umide e in particolare quella di Sant’Erim, entrambe vicine al rifugio Don Barbera, di proprietà dell’Ente di gestione Aree Protette Alpi Marittime, potranno essere idonee a ospitare campi didattici e per attività di Citizen Science basate proprio soprattutto sul monitoraggio di Odonati (ordine cui appartengono le libellule). Questo perché stagni, pozze, paludi sono ambienti naturali che racchiudono tutto ciò che si può imparare sull’ecologia.