È iniziata con premesse positive la campagna di raccolta delle uve per la vendemmia 2019. Se per i bianchi già in raccolta la situazione è ormai definita, si aspetta ancora qualche settimana per tracciare il quadro dei grandi rossi, il cui andamento finale è dettato dalle condizioni climatiche e meteoreologiche che si verificheranno nei giorni (e soprattutto nelle notti) a seguire. La raccolta inizia con l’Alta Langa spumante, a inizio settembre il Moscato d’Asti con Chardonnay e Arneis, seguono Dolcetto e Barbera, poi Nebbiolo e infine il Barolo.
Per il momento, la quantità delle uve è buona, e anche per la qualità ci sono buoni parametri. Per i vini bianchi è una buona annata, a confermarlo la Cia di Cuneo, che però attende i prossimi dieci giorni per valutare definitivamente i bianchi da fermi; la raccolta degli spumanti è quasi finita, mentre per i rossi le prospettive sono positive e la raccolta non è stata anticipata, come si prevedeva in un primo momento. Nelle zone del Barolo ha piovuto poco, e se la notte farà abbastanza freddo, sarà un’annata eccezionale. Per quanto riguarda la sanità dei grappoli, se il caldo è umido si possono verificare marciume e Botrite, ma se di notte si abbassano le temperature, le uve si mantengono sane: una maturazione lenta e non repentina, fa grande l’annata.
Per la zona del Roero, commenta il produttore e dirigente Cia Cuneo Roberto Damonte (Malvirà): “La vendemmia non è ancora iniziata anche se è questione di giorni; al momento stiamo eseguendo le campionature nelle vigne e ormai le migliori esposizioni sono quasi da raccogliere. Le quantità sono allineate allo scorso anno, quindi non esagerate ma buone. C’è da considerare anche il sistema biologico, che incide sulle quantità prodotte. Per i Nebbioli la produzione è buona, in linea con i disciplinari; i grappoli si stanno ingrossando negli ultimi giorni”.
Spiega il presidente provinciale Cia Cuneo Claudio Conterno, titolare dell’azienda vitivinicola “Conterno Fantino” di Monforte d’Alba: “Pur con le condizioni di una buona annata complessiva, abbiamo purtroppo constatato la presenza del Mal dell’esca, in straordinario aumento, e della Flavescenza Dorata della vite, che impatta duramente sui filari. Servono misure ulteriori, il settore risente gravemente di queste patologie”.