Da alcuni anni la diffusione della zecca è ovunque in espansione ed è in ascesa il numero di persone che solitamente a qualche giorno da un'uscita in montagna (anche nei parchi e altri ambienti naturali) trova sul proprio corpo l'ospite indesiderato. Nelle Aree Protette Alpi Marittime studi in corso, condotti in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Torino, hanno rilevato la presenza del parassita a quote più elevate rispetto indagini precedenti e un incremento di casi di trasmissione di patologie all’uomo. Tale situazione conferma quanto, sin dal 2016 in poi, è emerso dai risultati dei monitoraggi relativi l’espansione geografica delle zecche in Alta Valle Susa a cura dell’Ente Aree Protette Alpi Cozie e dall’Università di Torino.
Nella stragrande maggioranza dei casi la zecca, effettuata l'adeguata rimozione del parassita e la disinfezione della parte interessata, non ha conseguenze per la salute. In alcuni casi però la presenza del parassita può portare patologie infettive anche gravi. Per questo la puntura di zecca non va mai sottovalutata.
Per dare ai visitatori dei Parchi naturali alcune informazioni di base su prevenzione e comportamento in caso di morsicatura di zecca il Centro di referenza Ungulati selvatici della Regione Piemonte, istituito presso Ente Aree Protette Alpi Cozie in associazione con gli Enti di gestione delle Aree Protette Alpi Marittime e dell'Alta Valle Sesia, mettono a disposizione dei visitatori dei Parchi "Zecche: prevenire e intervenire". Il vademecum può essere sfogliato online e tra qualche giorno sarà disponibile nei centri informazione delle Aree Protette Alpi Marittime.