Gli artificieri dell’Esercito del 32° Reggimento Genio Guastatori di Fossano hanno concluso nella serata di ieri le attività di neutralizzazione di una bomba d’aereo americana da 1000 libbre (circa 450 kg), rinvenuta durante i lavori di pulizia dell’alveo del torrente Argentina, ad Arma di Taggia, e risalente al secondo conflitto mondiale.
L’ordigno, una bomba d’aereo americana della seconda guerra mondiale modello AN-M 65, presentava un peso complessivo di circa 450 kg - di cui 254 kg di esplosivo - e montava due spolette meccaniche a percussione. Il ritrovamento è stato effettuato dalla ditta civile deputata alla pulizia dell’alveo del torrente Argentina, che ha provveduto immediatamente a segnalare il rinvenimento alle autorità competenti. La segnalazione è giunta, per il tramite della Prefettura di Imperia, al Reggimento Genio dell’Esercito competente per territorio, ossia il 32° Reggimento Genio Guastatori di Fossano, unità specialistica della Brigata Alpina “Taurinense” che, nel corso del solo 2021 ha neutralizzato ben 520 ordigni bellici inesplosi.
Le attività di bonifica sono state precedute da una serie di riunioni di coordinamento presso la Prefettura di Imperia, con la partecipazione dei rappresentanti del 32° Guastatori, delle Forze di Polizia, della Protezione Civile Regionale, dei Vigili del Fuoco e della Croce Rossa oltre che dei Comuni di Arma di Taggia, Riva Ligure, Sanremo e Castellaro, nelle quali è stato effettuato il coordinamento tra tutti i Comandi e gli Enti coinvolti.
È stata materializzata per l’occasione, sul luogo del despolettamento, una cosiddetta “camera di espansione”. La camera, realizzata con materiale di rafforzamento da personale tecnico del 32° Guastatori, è stata progettata per contenere gli effetti scheggianti, pressori e sonori prodotti in caso di esplosione accidentale dell’ordigno durante la delicata fase di rimozione delle spolette e ha permesso di ridurre notevolmente i rischi per le strutture in prossimità dell’ordigno.
Successivamente alla rimozione delle spolette, effettuata da una distanza di sicurezza mediante uno strumento meccanico chiamato “chiave a razzo” e mediante uno speciale macchinario, denominato “swordfish”, che permette di tagliare l’involucro dell’ordigno grazie ad un getto di acqua e sabbia granitica ad elevatissima pressione, il corpo principale della bomba è stato trasportato in cava per la distruzione controllata.