La zona di Fossano della Cia ha come presidente Silvio Monasterolo, che è coadiuvante nell’azienda agricola di cui è titolare la moglie Bianca Rosa Garelli. Coltivano le fragole e numerosi tipi di ortaggi. Tra questi il conosciuto porro di Cervere, lavorato osservando il rigido disciplinare imposto dal Consorzio di promozione e tutela del prodotto. Con Monasterolo tracciamo un bilancio della stagione 2022 per le aziende di pianura, con un focus particolare sul settore orticolo. Dice: “Il caldo soffocante, gli intensi raggi del sole e la siccità hanno “bruciato” molti ortaggi nelle fasi di nascita e di crescita. La produzione di frutta e verdura ha subito un calo complessivo del 30% rispetto agli anni passati. Inoltre, hanno inciso negativamente sul bilancio delle aziende l’aumento delle spese per le materie prime e l’energia. I prezzi del gasolio agricolo, della manutenzione dei macchinari operativi, dei fertilizzanti e di qualsiasi materiale impiegato nel nostro settore per lavorare, hanno subìto rincari esponenziali”.
Le conseguenze? “I costi sono saliti alle stelle, ma gli agricoltori, tranne poche colture, hanno venduto i prodotti alle stesse condizioni del 2021. Anzi, chi smercia all’ingrosso ha visto diminuire i prezzi. In particolare il settore della frutta, che è stato ulteriormente penalizzato dalla guerra russo-ucraina. Molti imprenditori del comparto hanno dovuto ridurre la raccolta. E le attività che vendono direttamente ai consumatori hanno applicato dei modestissimi ritocchi dei prezzi, perché le buste paga e le pensioni delle persone sono sempre le stesse. Quindi si è incassato di meno, però con le spese di produzione decisamente lievitate verso l’alto”.
Quindi, per il futuro? “Occorre trovare delle soluzioni in quanto, ad esempio, i rincari energetici e delle materie prime con i quali abbiamo dovuto fare i conti nel 2022 non potevano e non possono essere assorbiti solo dalle aziende agricole, a cui i prodotti vengono pagati poco, e dal consumatore finale, che acquista frutta e verdura a prezzi decisamente più cari. Occorre distribuire il guadagno e i costi fra tutti gli attori della filiera”. Inoltre? “A questi problemi si è aggiunto quello che si ripete da alcuni anni: la mancanza di manodopera”.
Le prospettive per il 2023 del settore orticolo? “Senza una diminuzione delle spese legate all’energia e alle materie prime, la strada è decisamente in salita. Poi dovremo ancora affrontare la difficoltà della mancanza di acqua che, in pianura, è ormai drammatica. I pozzi da cui pescarla per irrigare sono asciutti. Se non piove, non so come potremo affrontare la prossima stagione. Sarà di nuovo un anno molto incerto”.
Cosa si può chiedere alle istituzioni? “Dovrebbero abbassare il costo del gasolio agricolo che, pur a prezzo agevolato, ha ormai comunque raggiunto livelli improponibili per un’azienda. Bisogna costruire invasi e micro-invasi capaci di accumulare l’acqua, ma facendo presto. E individuare una soluzione per la manodopera”.