Il 25 aprile pone le istituzioni e i cittadini tutti davanti alla consapevolezza del valore della libertà. La Festa della Liberazione d’Italia richiede una riflessione sui valori che hanno portato il nostro Paese a essere una democrazia fondata su una carta costituzionale che sancisce diritti e doveri della comunità. L’80esimo anniversario della Liberazione invita a guardare avanti ricordando gli insegnamenti di chi ci ha preceduti e ha lottato. L’Amministrazione cebana ha reso onore alla storia del nostro Paese e di Ceva stessa, città medaglia d’argento al merito civile.
“La guerra è un modo sbagliato di litigare, ma come facciamo a non litigare? Questo fa parte della nostra vita, ma l’importante è fare pace subito dopo” con queste parole ha iniziato il suo discorso il primo cittadino Fabio Mottinelli. In un Paese che ha avuto spesso difficoltà a fare i conti con un passato di divisioni, talvolta sanguinarie, non sempre però è stato facile parlare di pace e unità. “La riappacificazione non c’è mai stata veramente” ha infatti proseguito il sindaco. “Soprattutto per errori della classe politica da entrambe le parti; la data del 25 aprile è stata una ripartenza per l’Italia ma d’altro canto si cerca talvolta di delegittimare la parte politica opposta, come se la libertà fosse appannaggio solo di qualcuno. Leggiamo sui giornali, vediamo nei programmi TV, le accuse e gli scarichi di responsabilità: mi dichiaro antifascista se tu ti dichiari anticomunista, e viceversa. Ma smettiamola con questi atteggiamenti”.
Un appello dai toni incontrovertibili, una richiesta di unità e coerenza rivolta a chi dovrebbe rappresentare i cittadini nelle sedi istituzionali, negli organi di informazione e comunicazione e negli enti culturali, ma soprattutto un pensiero rivolto alle generazioni più giovani, cresciute lontane dalle classificazioni politiche del ‘900 e proiettate verso un futuro dove le problematiche non saranno incasellabili, né tantomeno risolvibili, con logiche di partito.
“I più giovani non concepiscono nemmeno più queste visioni ideologiche. Nei primi giorni del ’46 ci fu l’amnistia di Togliatti con cui vennero perdonati i fascisti e vennero perdonati proprio da coloro che più avevano combattuto per la libertà, Violante addirittura si era spinto a dire che bisognava comprendere. Dobbiamo smettere di coltivare odio e impegnarci a ricordare i morti, di entrambe le parti, anche il sangue dei vinti. Non abbiamo la verità in tasca e di fronte ai grandi eventi storici dobbiamo coltivare dubbi piuttosto che certezze. Respiriamo questa libertà, le persone cadute per noi avranno sempre la nostra gratitudine” conclude Mottinelli.
L’invito a dubitare e interrogarsi pone più difficoltà delle granitiche certezze, ma proprio per questo impone di conoscere, approfondire e appassionarsi alle vicende che hanno segnato l’Italia. L’unica via per costruire il futuro è guardare alla strada percorsa in questi 80 anni cercando di ricucire gli strappi del passato per costruire un domani su solide basi di confronto e rispetto, nel ricordo di chi, con il suo sacrificio, ha reso possibile che il pensiero e le parole volassero liberi al di sopra dell’odio.