Fabio Bottero, titolare di un’azienda agricola con sede a Carrù, è il presidente Cia della zona di Mondovì. Lavora una settantina di ettari di cui la metà coltivata a noccioleti. Quali sono le prospettive dell’annata 2024 per l’area di cui è rappresentante? Risponde: “Le piogge copiose ci hanno messo al sicuro, per un mese o forse anche di più, dal punto di vista della siccità. Ma se le temperature si alzeranno troppo, torneremo ad avere il problema della mancanza di acqua. Inoltre, a causa delle precipitazioni, siamo stati in ritardo con molti lavori e adesso dobbiamo recuperare velocemente. I primi raccolti come i foraggi sono incoraggianti, ma la frutta è stata colpita dalle gelate tardive e dalla grandine. Per quanto riguarda le nocciole avremo un raccolto non abbondante. I cambiamenti climatici, comunque, stanno portando eventi meteo estremi diventati sempre più preoccupanti. Gli allevamenti di bovini paiono andare leggermente meglio. A livello generale, però, si intuisce che sarà un’annata incerta per tutti i settori agricoli, anche se vogliamo pensare positivo”.
Quali sono le maggiori difficoltà da affrontare? “Le spese per l’energia e per alcune materie prime sono calate rispetto ai picchi di un anno fa, dando un poco di fiato alle aziende, ma rimangono alti i prezzi delle sementi, dei concimi e del gasolio agricolo. La peste suina, alle porte della nostra provincia, inquieta tantissimo gli allevatori del comparto. E sugli animali selvatici sono ormai ingestibili le troppe predazioni dei lupi agli allevamenti di pecore e capre e anche di vitelli al pascolo. Una situazione scappata di mano e destinata a peggiorare quando, tra pochi giorni, molti allevatori saliranno in montagna con le loro mandrie. Poi, continua a esserci il problema della vendita finale dei prodotti, spesso non adeguata rispetto ai costi sostenuti”.
In questa situazione cosa possono fare gli agricoltori per garantire un futuro sostenibile alle loro aziende? “Investire in modo mirato e con attenzione per non arrivare al collasso economico. E continuare a puntare sulla qualità e non sulla quantità delle produzioni”.
Il compito delle istituzioni? “Accompagnare le aziende agricole nel loro percorso perché sono tempi difficili e basta poco per mettere a rischio la loro tenuta sui mercati”.