Il ponte sulla provinciale 582 del Colle San Bernardo, circonvallazione di Garessio, verrà abbattuto e sostituito da una struttura ad un’unica arcata. La Provincia, proprietaria del manufatto che risale agli Anni Trenta (anno di costruzione 1935 circa), provvederà al suo smantellamento considerata la pericolosità del ponte dopo gli eventi alluvionali del 2 e 3 ottobre scorso.
Il ponte ha una storia travagliata ed è ormai dimostrato che non riesce a smaltire le portate idrauliche che storicamente si riversano su Garessio. Il viadotto è stato causa di allagamento e gravi danni al territorio anche nelle precedenti alluvioni del 1994, 2016 e 2020 perché le tre arcate hanno fatto da diga al flusso dell’acqua. In particolare, la sostituzione del ponte “ex Lepetit” è urgente per la messa in sicurezza di tutta l’area circostante dove, oltre alle abitazioni, ha sede anche lo stabilimento chimico Huvepharma, a circa 200 metri di distanza.
Al problema del ponte sulla provinciale 582 il presidente della Provincia Federico Borgna aveva dedicato un sopralluogo nel giugno 2019, accompagnato dalla consigliere provinciale delegata Annamaria Molinari e dai tecnici del Settore Viabilità della Provincia, per verificare con il sindaco Ferruccio Fazio la possibilità di un ripristino idrogeologico e della messa in sicurezza di quel tratto di fiume Tanaro. Inizialmente, si pensava all’adeguamento dell’infrastruttura con la realizzazione di una quarta arcata sulla sponda destra del Tanaro. Si trattava di modificare l’attuale geometria del ponte sul Tanaro a Garessio e di allungarlo di altri 25 metri circa rispetto agli attuali 60 metri, ma gli studi preliminari hanno però evidenziato che una quarta arcata potrebbe non risolvere i problemi di esondazione, mancando i franchi idraulici di normativa. Da qui la la decisione di abbattere il ponte per poi ricostruirlo con una sola campata (tecnologia non disponibile all’epoca della costruzione del ponte).
Durante l’ultima alluvione dell’ottobre 2020 buona parte delle attuali tre campate sono state occluse da alberi e materiale trasportato da monte, limitando ancora di più la capacità di deflusso del Tanaro. Inoltre il ponte ha subito danni strutturali, la bitumatura è stata asportata così come buona parte delle barriere stradali; anche la soletta del ponte ha subito ingenti danni. Gli uffici tecnici della Provincia che hanno svolto un’ispezione interna del ponte hanno riscontrato che, nonostante all’esterno la struttura si presenti come costituita da tre campate ad arco, di fatto il ponte è strutturalmente caratterizzato da cinque travi in cemento armato semplicemente appoggiate sulle pile; alle arcate, in sostanza, è rimasta solo una funzione estetica. Si può anche ipotizzare che il ponte, negli anni Cinquanta-Sessanta, abbia subito importanti danni fra i quali la distruzione del paramento in mattoni al di sopra gli archi e che per tale motivo si sia ricorsi ad un rinforzo, sostituendo la struttura ad arco con un considerevole rinforzo in travi in cemento armato. Il ponte a campata unica rappresenta la soluzione radicale del problema, come confermato anche dalla tenuta del ponte ferroviario a monte, anch’esso a campata unica, che non ha subito particolari danni nonostante la piena eccezionale.