Gli scavi archeologici di Briaglia hanno compiuto cinquant’anni. Secondo studi recenti la località non fu, come si pensava all’inizio degli anni Settanta, una necropoli megalitica sepolta, ma molto probabilmente luogo di passaggio di antiche popolazioni che qui celebravano riti di sacralità e di morte. Per rendere omaggio a questo mezzo secolo di scavi sulle tracce dei Celti liguri, il Comune ha organizzato sabato 30 aprile una giornata per celebrare i cinquant’anni di Briaglia e del suo mistero.
Al Museo “Mondo di pietra”, con la collaborazione dell’Atl del Cuneese e della Fondazione Crc, sono intervenuti studiosi e autorità per approfondire e valorizzare questo patrimonio archeologico che merita di esser conosciuto. Sono intervenuti tra gli altri, oltre al sindaco e promotore dell’iniziativa Dario Filippi, il consigliere regionale Paolo Bongiovanni, il vice presidente dell’Anci Piemonte Pianetta, Massimo Gula per la Fondazione Crc e Rocco Pulitanò, consigliere Atl del Cuneese. Tra le autorità anche il presidente della Provincia Federico Borgna.
Nelle relazioni tecniche affidate ai ricercatori Piero Barale e Fabrizio Milla, alla docente della Scuola Forestale di Ormea e speleologa Raffaella Zerbetto e a Fabio Negrino, docente del Dipartimento di Antichità, Filosofia e Storia dell’Università degli studi di Genova si è parlato di pietre sacre, dolmen, stele, menhir ritrovati nel tempo. Al centro del dibattito anche la Casnea, l’antica cavità ipogea che celebra il sole che torna dopo ogni inverno, recuperata di recente. Briaglia ha quindi le carte in regola per diventare un luogo da valorizzare sempre di più anche dal punto di vista naturalistico e ambientale.