Si è concluso l’Hybrid Festival di Mondovì, in provincia di Cuneo, promosso e organizzato da Fondazione Cirko Vertigo, con la presidenza di Paolo Verri, la direzione generale di Paolo Stratta e la direzione artistica di Raffaele Irace. Oltre 500 persone hanno seguito, live e in streaming, la manifestazione che ha letteralmente invaso le strade di Mondovì per tre giorni, dal 20 al 22 luglio: un festival partecipativo, un grande, gioioso e variegato ecosistema artistico-culturale, non solo da guardare ma da vivere, da sviluppare assieme, artisti e pubblico, un’occasione di confronto creativo sui temi caldi del futuro.
Fondazione Cirko Vertigo, che ha realizzato il progetto in collaborazione con i partner italiani Comune di Mondovì, CFP CEMON e CIAC e con il coordinamento di Federico Fazari, è partner del progetto europeo Dialog City insieme a City of Aschaffenburg, Stadtarchiv Graz, Culturepolis e Quatorze, nell’ambito del programma dell’Unione Europea Creative Europe. Il festival si è sviluppato nel contesto di Piazza di Circo, kermesse organizzata dall'Associazione L'Albero del Macramè.
“Grazie all’impegno di tutti, l'Hybrid Festival è riuscito nel suo intento: creare un dialogo autentico, sia in presenza sia attraverso strumenti digitali, con i cittadini e gli spazi della città che ci hanno generosamente ospitati, utilizzando l'arte e il gioco per arrivare a comprendere ancora una volta che il futuro ha le sue radici nel passato e parte dalle azioni del presente, per poter essere immaginato esattamente come lo desideriamo - sono le parole del direttore artistico, Raffaele Irace -. Durante il festival abbiamo lanciato uno sguardo verso un futuro colorato e pieno di grandi e bellissime sorprese, deciso e creato dalle persone che lo vorranno vivere come una grande, gioiosa e anche un po' folle avventura”.
Il Festival è stato aperto ufficialmente dal vernissage dell’opera News from home degli artisti Anne Fehres e Luke Conroy, duo multidisciplinare selezionato dal Dialog City Art for public residence programme. Anne e Luke hanno osservato per quattro settimane la comunità locale di Mondovì e sono entrati in contatto e dialogo con essa attraverso due workshop. Il risultato della residenza artistica: una colorata composizione fotografica su larga scala che ha impreziosito il muro di pietra che porta alla Torre del Belvedere.
Hybrid festival si è poi articolato tra workshop e un nuovo format di spettacolo, ideato dal coreografo Raffaele Irace, chiamato 24 Ore x 24 Minuti, in cui due danzatori, Marco Volta e Rosalie Wanka, si sono trovati a condividere uno spazio scenico - in questo caso differenti location della città di Mondovì - per 24 ore, al termine delle quali hanno presentato una performance della durata di almeno 24 minuti, culmine di tutto il festival e che si è tenuta in piazza Maggiore nella serata di sabato 22 luglio a partire dalle ore 22. Vera innovazione della kermesse: la possibilità di seguite le iniziative anche a distanza. La creazione di 24 Ore x 24 Minuti è stata infatti documentata attraverso l’occhio delle telecamere per la sua intera durata ed è stata trasmessa in diretta streaming, tramite l’app blucinQue Nice e il sito di Fondazione Cirko Vertigo sulla piattaforma di YouTube.
Nella performance conclusiva è confluito il lavoro dei tre workshop di danza e studio della performance che sono stati condotti, nelle giornate del 21 e 22 luglio, dai danzatori e coreografi professionisti Daniela Paci, Cecilia Castellari e Davide Degano. I workshop, che hanno coinvolto una ventina di ragazzi, danzatori e circensi e che si sono tenuti sui palchi allestiti in piazza Maggiore e presso la Torre del Belvedere, sono stati definiti dal loro ideatore Raffaele Irace “esperienze”: la prima esperienza era centrata sul concetto di scoperta, la seconda su quello di creazione, la terza e ultima sul concetto di composizione.
Durante i tre giorni di festival, oltre alla performance di 24 ore di danza, si è tenuto, presso il Palazzo di Città di Mondovì, la Game Jam, laboratorio partecipativo realizzato in parallelo e trasmesso in collegamento con la città di Aschaffenburg in Germania, partner capofila del progetto Dialog City, con la conduzione dei due maestri di gioco, Stefan Horn e Axel Watzke. Obiettivo: sviluppare insieme idee di gioco e quindi progettare prototipi concreti che affrontino i temi caldi che riguardano il nostro futuro quali il cambiamento climatico, l'attuale crisi economica e le interdipendenze globali.
L’Hybrid Festival, ibrido nel nome e anche nei fatti, si è sviluppato in sinergia con il Festival Piazza di Circo, condividendone spazi urbani e periodo di programmazione. Un festival nel festival, pensato per incrementare il dialogo tra enti e arti differenti, fare rete, ottimizzare le risorse e le maestranze al lavoro, fornendo al pubblico un’offerta culturale profondamente smart e variegata.