C'è chi è arrivato dalla Balma in mountain bike, chi a piedi, chi da Viozene in gita sociale, chi dalla val Corsaglia. Si sono ritrovati tutti al bivacco "Franco Cavarero", situato in alta val Corsaglia, poco al di sopra della sella Revelli, dove il Cai Mondovì ha organizzato per domenica 25 giugno un momento conviviale di inaugurazione a seguito dei lavori di manutenzione straordinaria effettuati l'estate scorsa. Alla fine a raggiungere la struttura, circondata dai rododendri in fiore, sono state oltre sessanta persone. Tra queste, il sindaco di Frabosa Soprana Iole Caramello, l'assessore di Frabosa Sottana Erica Basso, il rappresentante del Cai regionale Piemonte Gianni Massone, il presidente del Cai di Ormea Fabrizio Merlino e i rappresentanti del Soccorso Alpino e Speleologico.
Il primo pensiero del discorso inaugurale del presidente Pietro Manassero è stato per il suo predecessore Giorgio Aimo, scomparso nel maggio scorso ma impegnato fino all'ultimo nella guida della sezione. "Proprio Giorgio - ha ricordato Pietro Manassero - aveva seguito, insieme al direttivo, tutto l'iter burocratico e l'organizzazione dei lavori al Cavarero". A nome della sezione, Manassero ha poi ringraziato i volontari, le ditte coinvolte, il Soccorso Alpino e coloro che hanno contribuito a sostenere economicamente i lavori: la famiglia Cavarero, la Banca di credito cooperativo Pianfei e Rocca De' Baldi e il Cai centrale.
"In questi giorni - ha affermato Pietro Manassero - ho avuto il piacere di leggere alcuni dei vecchi libri del rifugio. Ci si rende conto che un bivacco è un luogo importante di protezione e rifugio, ma è anche un luogo in cui nascono storie da raccontare. Oggi tutti i presenti hanno firmato un nuovo libro del rifugio che lasciamo qui, a disposizione dei fruitori, perché possano continuare a scrivere le loro storie e, con esse, quella di questo bivacco".
La struttura, costruita cinquant'anni fa ai piedi del monte Zucco e della cima Revelli, è dedicata alla memoria di Franco Cavarero, giovane alpinista sezionale travolto nel 1963 da una valanga nei pressi del Mondolè. Oggi è dotata di 12 posti letto e di un dispositivo in grado di allertare immediatamente il Soccorso Alpino in caso di difficoltà.