Con l’assegnazione del contributo economico pari a 2 milioni di euro da parte della Fondazione Crc, destinato ai migliori progetti Faro, il complesso delle ex Orfane di Mondovì Piazza ha potuto dispiegare tutto il suo un potenziale. L’ipotesi progettuale, che dapprima comportava solo il recupero del piano terra, si è finalmente completata in un’idea organica che comprende l’intero edificio e il suo grande giardino.
Attualmente il piano terra è praticamente pronto nelle sue opere murarie, mentre si inizierà a breve il recupero degli altri piani.
L’ex collegio delle Orfane è un imponente edificio storico di tre piani risalente al XVII secolo che sorge sul versante meridionale di Mondovì Piazza, già sede del Museo della Stampa, ma oggi utilizzato solo in parte. A conclusione del progetto, lo stabile diventerà la sede di LIBER, il nuovo polo culturale di Mondovì e del territorio monregalese.
Liber dal latino significa ‘libro’, ma anche ‘libero’. Un duplice omaggio all’oggetto che ha reso celebri le tipografie monregalesi nei secoli ed al concetto di conoscenza che, in fondo, ci rende tutti più liberi e consapevoli delle nostre azioni.
Su questo doppio binario, libro e libertà, si sviluppa l’idea dell’intera struttura e di tutte le iniziative culturali che prenderanno vita al suo interno:
- al piano terra ci sarà il Nuovo Museo della Stampa, ripensato e riorganizzato in ogni sua parte.
- al primo piano troveranno collocazione una selezione del prezioso fondo storico monregalese e il centro rete della biblioteca, il cervello dell’intera operazione.
- al secondo e ultimo piano verrà allestito uno spazio polifunzionale e flessibile, pensato per ospitare eventi culturali e per diventare luogo di aggregazione e partecipazione per tutta la cittadinanza.
- alla struttura si accederà attraversando un giardino seicentesco, recuperato secondo un progetto di riqualificazione che coinvolga anche altri attori. Nel giardino è prevista la costruzione di una cavea destinata agli spettacoli, mentre per la parte superiore si sono già presi accordi con il Comizio Agrario che recupererà l’antico frutteto del convento, con la speranza di coinvolgere anche l’Istituto Agrario, che ha già, comunque, manifestato il suo interesse per l’operazione di ideazione e recupero dell’intera area verde.
Il piano terra dell’edificio, come detto, è praticamente pronto all’uso. Per questo motivo, l’Amministrazione aveva deciso nei mesi precedenti di affidare, tramite una procedura ad evidenza pubblica per la manifestazione d’interesse, la progettazione dell’allestimento del museo della stampa. L’incarico è stato affidato agli architetti David Bodino e Paola Barale dello Studio XB2 di Cuneo, con la consulenza esterna del professor Lorenzo Mamino.
Il Museo attualmente si trova al primo piano del palazzo, ma il volume e il peso di alcune tonnellate delle macchine da stampa, come le grandi piano-cilindriche, ne hanno consigliato lo spostamento in un più sicuro piano terra.
“Tutto l’indirizzo museografico è stato ripensato”, afferma l’assessore alla Cultura, Luca Olivieri. “Si è dato maggior spazio ai laboratori e ai luoghi deputati alla didattica. Vogliamo un museo vivo e vivace, come ormai tutti i musei dovrebbero essere. Non solo, quindi, un’esposizione di oggetti fermi e inanimati, ma luoghi dove queste strumentazioni possano rivivere, sia virtualmente con l’ausilio della multimedialità, sia realmente nei laboratori, dove antiche macchine da stampa funzioneranno a beneficio dei visitatori”.
Il percorso di visita è stato pensato per ripercorrere tutta la storia della stampa e della composizione dei caratteri. Ma il museo è stato ideato soprattutto per raccontare il lavoro dell’uomo, del suo ingegno e della sua maestria artigianale. Attraverso il tempo, le tecniche si sono evolute, le macchine hanno cambiato il loro aspetto e il loro suono di lavoro. Questo suono sarà udibile accanto alle macchine da stampa, diffuso nelle stanze. Il suono/rumore prodotto dalle linotype è ancora nelle orecchie di chi le ha fatte funzionare nelle tipografie dei giornali. E allora ecco le grandi fotografie in bianco e nero che faranno da scenografie al percorso, ecco i monitor touch screen, attraverso i quali si potrà scendere nei dettagli del racconto. Consentiranno la realizzazione di più livelli di fruizione del percorso, per utenti diversi, sempre tenendo conto delle componenti ludiche o emozionali che faranno da sottotracce all’informazione tecnica e storica.
Particolare attenzione verrà riservata all’utenza con disabilità: tavolette tattili, sottotitoli negli audiovisivi e abbattimento delle barriere architettoniche saranno le attenzioni pensate per l’intero percorso.
“Informare attraverso le emozioni - continua l’assessore Olivieri - sarà il nostro paradigma, non solo per il nuovo Museo della Stampa, ma per tutti i nostri futuri progetti, compreso ‘Liber’: un luogo dove il concetto di Cultura e la parola Libertà innescheranno progetti culturali nuovi e originali. Inizieremo un lento avvicinamento alla data d’inaugurazione, prevista a inizio 2020, con iniziative dedicate. I Romani facevano cadere il 17 marzo una grande festa chiamata Liberalia. Erano giorni dedicati al loro Liber Pater e a sua moglie Libera, una festa dei giovani che diventavano adulti: il futuro davanti a loro, un mondo di opportunità che si apriva ai loro occhi. Più o meno come accade per la nostra città”.