Una vera e propria parata di stelle al Gala Palace di Frabosa Sottana per la trentaseiesima edizione del Galà della Castagna d’Oro, organizzata dall’Associazione Turistica Mondolè. La cerimonia ha visto susseguirsi sul palco, come ogni anno, alcune tra le più splendenti stelle dello sport italiano, intervistate dal giornalista Marino Bartoletti. Un pomeriggio ricco di spunti e aneddoti, in cui si è parlato non solo di sport, ma anche di “cultura applicata allo sport”, per utilizzare le parole dello stesso Bartoletti.
Il primo a salire sul palco (tra i più acclamati e richiesti per autografi e selfie) è stato Julio Velasco, allenatore fresco di medaglia d’oro alle Olimpiadi di Parigi con la nazionale azzurra di pallavolo femminile. Con lui si è entrati nei meandri degli aspetti mentali legati allo sport, all’ansia da prestazione e a tutto quanto riguardi la sfera emotiva di un atleta: “Se lo puoi sognare lo puoi fare? Sono tutte baggianate. Se fosse così, io avrei fatto il calciatore come numero 10. Il modo migliore per allenare il cervello è fare cose nuove. Per questo dopo tanti anni ho scelto di allenare una squadra femminile. È stata un’esperienza straordinaria”.
A seguire l’intervento di Francesco Bocciardo, nuotatore paralimpico che vanta un “bottino” di quattro ori e un argento tra Rio 2016, Tokyo 2020 e Parigi 2024: “Per il nostro movimento la svolta è stata nel 2012, quando la Rai ha iniziato a trasmettere le Paralimpiadi: sembra un piccolo passo, ma ha fatto sì che tante persone si siano avvicinate a noi e tanti ragazzi con disabilità abbiano iniziato a praticare degli sport”, ha detto Bocciardo allargando poi la riflessione all’Italia con cui i disabili hanno a che fare ogni giorno: “Abbiamo città bellissime, ma oggi ancora poco accessibili. Spesso quando vado all’estero parlo con colleghi che vorrebbero visitare il nostro Paese ma trovano difficoltà, da questo punto di vista siamo ancora indietro”.
Poi il turno di Alice D’Amato, ginnasta, splendido oro alle ultime Olimpiadi nella trave (a Parigi ha conquistato anche l’argento a squadre). È salita sul palco insieme alla sorella e collega Asia, che ha saltato l’appuntamento parigino a causa di un infortunio: “Con lei condivido le medaglie: abbiamo iniziato il percorso insieme, vivendolo nello stesso modo, lavorando insieme, una parte di lei era sempre con me”. Un oro da leggenda, quello conquistato da D’Amato: si è trattato infatti della prima medaglia del metallo più pregiato ottenuta dall’Italia femminile nella ginnastica nella storia delle Olimpiadi.
Si è proseguito ancora al femminile con Elisa Longo Borghini, stella del ciclismo azzurro, due bronzi olimpici, sei medaglie mondiali e un Giro d’Italia in bacheca: “Ho fatto un po’ l’abbonamento al bronzo, ma sono comunque contenta, quando arrivo in fondo a una gara so che ho dato al 100% e questo mi rende orgogliosa. Come ha detto Velasco, ora sto studiando per provare a vincere”. Sulla vittoria all’ultimo Giro d’Italia: “Ho lavorato per tutto l’anno per quell’obiettivo, c’era un percorso adatto alle mie caratteristiche. Sono molto felice”.
Sul palco è poi salito Franco Bragagna, giornalista sportivo e commentatore Rai che a Parigi ha seguito la sua ultima Olimpiade estiva per il servizio pubblico (seguirà ancora Milano-Cortina nel 2026, prima della meritata pensione). Bragagna, entrato in Rai Sport nel 1994 proprio grazie all’allora direttore Marino Bartoletti, ha ripercorso le tappe salienti della sua carriera: “Sono stato un privilegiato a raccontare certe imprese: avrei pagato per fare quello che ho fatto, ma spero che questo il mio editore non lo senta. Siamo in Piemonte, l’Olimpiade del 2006, oltre a darmi grande fama, mi diede alcune gioie tra le più grandi”. L’emozione più grande? “Quei dieci minuti di Tamberi e Jacobs a Tokyo, una cosa fuori dal mondo”.
Ultima ospite ad avvicendarsi al fianco di Marino Bartoletti è stata Nadia Battocletti, argento nei 10 mila metri alle Olimpiadi di Parigi: “Il 2024 per me è stato un anno straordinario. Gli ultimi due mesi sono stati un sogno costante. Incontrare tante persone che ancora oggi mi fermano e mi dicono quanto si sono emozionate è un’ispirazione, oltre che un’emozione grandissima anche per me”. Gli obiettivi per il futuro? “Mio papà (suo allenatore, ndr) dice che la mia Olimpiade non era Parigi, ma sarà Los Angeles”.
A tutti gli ospiti, come da tradizione, è stata consegnata la Castagna d’Oro.