SALUZZO - A trent'anni dalla morte di Falcone e Borsellino, il ricordo nelle scuole saluzzesi

Mercoledì 23 si è tenuto un incontro con Andrea Zummo, responsabile della formazione di Libera Piemonte, che ha ripercorso la storia della mafia e dell’antimafia a partire dagli anni Ottanta

Redazione 26/02/2022 11:22

 
Sono passati trent’anni dal 1992, quando furono trucidati i magistrati Giovanni Falcone (con la moglie e tre uomini della scorta) e Paolo Borsellino (con cinque uomini della scorta, tra cui una giovane donna) per opera di Cosa Nostra, la mafia siciliana che non perdonava loro quel capolavoro di architettura giudiziaria che era stato il Maxiprocesso di Palermo. A Capaci e via d’Amelio era iniziata la stagione delle stragi ma anche della protesta popolare contro l’illegalità e la violenza mafiosa, che portò alla nascita dell’associazione Libera, fondata da don Luigi Ciotti nel 1995.
 
Da questi fatti lontani nel tempo, ma con conseguenze sul nostro presente, ha preso l’avvio il Progetto Legalità nelle scuole superiori del Saluzzese. Sono coinvolte oltre 30 classi del liceo Bodoni, del liceo Soleri-Bertoni, del Denina-Pellico-Rivoira e dell’Azienda di Formazione Professionale di Verzuolo. Organizzato dal presidio di Libera “Carlo Alberto dalla Chiesa” di Saluzzo, il progetto integra le attività di educazione civica e costituisce un esempio significativo di collaborazione proficua tra scuole e di confronto per insegnanti e studenti. Mercoledì 23 si è tenuto il primo incontro, con la partecipazione di Andrea Zummo, responsabile della formazione di Libera Piemonte, che ha ripercorso la storia della mafia e dell’antimafia a partire dagli anni Ottanta, quando accaddero fatti tragici come l’omicidio di Piersanti Mattarella, di Pio La Torre, del generale Dalla Chiesa, del procuratore di Torino Bruno Caccia, ma anche l’introduzione del reato di associazione mafiosa, l’articolo 416 bis e il maxiprocesso dal 1986 al 1992 che si concluse con 19 ergastoli e pesanti pene detentive, il più grande processo penale mai istruito al mondo. Gli obiettivi dell’associazione Libera sono tre: sensibilizzare i cittadini, dai bambini agli adulti, sulla cultura della legalità vissuta come valore quotidiano; occuparsi della gestione corretta dei beni confiscati ai mafiosi; fare memoria delle vittime innocenti delle mafie. Per questo è stata istituita nel 2017 la Giornata Nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, con manifestazioni in tutta Italia e con la lettura dei 1006 nomi, tra cui troviamo 119 donne e 122 bambini e ragazzi. Un dato agghiacciante, che dimostra che nella mafia non ci sono né “onore” né rispetto per nessuno. Zummo ha poi risposto, sempre con grande competenza e passione, al fuoco di fila delle domande dei ragazzi, toccando altri argomenti legati all’attualità: i pentiti, la pandemia che ha aggravato la povertà e quindi il ricorso all’usura, lo smaltimento dei rifiuti, le agromafie, l’infiltrazione delle mafie al nord, i rapporti criminali a livello internazionale (e oggi la ‘ndrangheta è la più potente al mondo).
 
Concludiamo con le parole di Giovanni Falcone: “La mafia non è affatto invincibile, è un fatto umano, e come tutti i fatti umani ha un inizio, e avrà anche una fine. Piuttosto bisogna rendersi conto che è un fenomeno terribilmente serio e molto grave e che si può vincere non pretendendo eroismo da inermi cittadini, ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni”. La registrazione dell’incontro sarà disponibile tra poco sul canale youtube dell’istituto Denina-Pellico-Rivoira. Il prossimo appuntamento sarà il 17 marzo, quando Giovanni Damiano parlerà del padre Amedeo, ucciso nel centro di Saluzzo nel 1987 in un agguato i cui mandanti sono ancora impuniti.

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