La sintesi migliore l’ha fatta il sindaco di Saluzzo Mauro Calderoni, quando ha detto che “l’efficacia di un sistema sanitario non si misura in metri cubi, ma su possibilità, capillarità e reali necessità dell’utenza.”
Il progetto degli ambulatori per la cronicità attivi da due anni su Barge, Paesana e Frassino e da fine anno anche a Saluzzo e divenuti un servizio strutturato e in espansione nell’ambito delle attività territoriali dell’Asl CN1, è uno dei migliori esempi, a livello regionale, dell’integrazione ospedale-territorio.
Se ne è parlato giovedi 15 febbraio a Saluzzo nel corso di una conferenza stampa, convocata per fare il punto della situazione con il direttore generale dell'Asl Francesco Magni, che ha ringraziato la Fondazione della Cassa di risparmio di Saluzzo, rappresentata dal suo presidente Giovanni Rabbia: “Senza il contributo della Fondazione non saremmo partiti, il vostro aiuto è stato fondamentale per avviare su questo territorio un progetto pilota di rilievo regionale.”
Gabriele Ghigo è il direttore del distretto di Saluzzo: “Le Case della Salute sono un modello organizzativo di assistenza integrata, rivolto a persone affette da patologie croniche, e serve per migliorare la qualità della vita ed evitare riacutizzazioni di malattia con conseguente ricovero in
ospedale.” In sostanza, rispetto all’esperienza del distretto saluzzese, si può parlare di una casa della salute “leggera”, funzionale a rispondere alla complessità dei bisogni. I soggetti coinvolti sono distretto, cure domiciliari, medici di famiglia, specialisti, con una buona valorizzazione della professionalità degli infermieri; le patologie seguite: diabete mellito di tipo 2, scompenso cardiaco e soggetti a rischio di scompenso, broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO).