“Sappiamo che nella nostra società c’è il bene, ma c’è anche il male. E il male purtroppo fa più notizia del bene. Forse questa goccia, come diceva Madre Teresa di Calcutta, non farà notizia, ma questo poco importa. Ciò che conta è che può essere un luogo di accoglienza e sostegno per donne che hanno bisogno di ricominciare. Per questo abbiamo voluto intitolare questo luogo ad una grande donna, che ha dovuto combattere per la sua vocazione”. Le parole del vescovo Cristiano Bodo e del direttore Carlo Rubiolo hanno accompagnato sabato 3 dicembre l’apertura delle porte di Casa Santa d’Assisi, nuova struttura di accoglienza della Caritas diocesana di Saluzzo in via Fiume 11.
Il cohousing, realizzato grazie ai fondi 8×1000 di Caritas Italiana ed al sostegno della Fondazione CRC, sarà dedicato ad aiutare in modo specifico donne in situazioni di fragilità socio-economica, vittime di abusi, violenza, maltrattate. Un luogo per dare speranza, per restituire fiducia in se stesse e nelle proprie possibilità, un riparo temporaneo per costruire le basi di una ripartenza verso l’autonomia.
All’inaugurazione erano presenti numerose volontarie e volontari della Caritas diocesana che il direttore Rubiolo ha ringraziato, insieme alla presidente dell’Associazione Avass Tiziana Drago ed ai professionisti che si sono spesi anche pro bono per effettuare i lavori, allestire e rendere sicure e confortevoli le sette stanze e gli ambienti comuni (cucine e bagni) che accoglieranno fino a 15 donne, anche con figli.
Particolarmente significativa è stata la presenza dell’assessora alle Pari Opportunità Attilia Gullino, del capitano dei Carabinieri Davide Basso, le operatrici del Consorzio Monviso Solidale, le volontarie delle associazioni Mai+Sole e Penelope a testimonianza del grande lavoro in rete che la Caritas diocesana ha svolto e continua ad auspicare sul territorio per la buona riuscita di queste progettualità.
“Dal 2023 speriamo che Casa Santa Chiara d’Assisi diventi un luogo sicuro e protetto in cui offrire speranza a queste donne. Speriamo che queste stanze rimangano sempre vuote: questo significherebbe che siamo arrivati ad un livello di civiltà che tutti auspichiamo” ha detto il direttore Carlo Rubiolo, aprendo poi le porte al cohousing che è stato attrezzato all’interno con arredi, mobili ed elettrodomestici per lo più recuperati dal Servizio Mobili della Caritas e decorato con murales e tessuti realizzati da Valeria Cardetti, illustratrice che ha ideato il logo di questo nuovo servizio, ispirandosi alla Porziuncola che si trova all’interno della Basilica di Santa Maria degli Angeli di Assisi, luogo in cui Santa Chiara venne accolta dopo la sua scelta di rinuncia e povertà.