Le attività e gli sport all’aria aperta da qualche anno sono al centro dell’offerta turistica e il periodo Covid ha accentuato ulteriormente l’interesse proprio per le attività che si possono svolgere in montagna. Tanto che alcune località montane e alcuni rifugi delle valli cuneesi sono stati presi d’assalto nell’estate 2022, con flussi a volte incompatibili con la sostenibilità ambientale. Accompagnatori, guide e gestori di rifugi, inoltre, segnalano casi sempre più frequenti di persone che affrontano le escursioni in montagna del tutto impreparate, senza curarsi di abbigliamento e precauzioni necessarie. È più che mai utile, quindi, in previsione di un trend di presenze in costanto aumento nelle valli, informare, sensibilizzare, orientare i turisti che scelgono come meta una località montana. Eventi come il “Terres Monviso Outdoor Festival”, svoltosi a Saluzzo dal 17 al 19 marzo, sono molto importanti per contribuire a diffondere una “cultura della montagna”, che spazia dagli aspetti che riguardano il vestiario e le attrezzature, a quelli che riguardano la meteorologia, il pronto soccorso, la conoscenza della flora e della fauna, del patrimonio storico-artistico, delle tradizioni, della lingua. C’era un po’ tutto questo lungo il percorso del Festival che si snodava all’interno e nel cortile dell’ex Caserma Musso. Sono stati coinvolti tutti gli “attori” del territorio: i parchi, le Porte di Valle, gli Ecomusei, le guide e gli accompagnatori naturalisti e cicloturistici, le scuole e le aziende di formazione professionale, le strutture ricettive, i rifugi, il GAL, la Camera di Commercio, il Consorzio Turistico Valle Maira, naturalmente l’ATL e l’UNCEM, i partner tranfrontalieri del progetto “Terres Monviso”. Un programma forse anche troppo ricco, che fotografa però, con le tue tante sfaccettature, la vitalità e la dinamicità di un settore turistico in continua evoluzione nelle valli cuneesi.
Il progetto di area vasta, “Terres Monviso”, ha avuto e ha il grande pregio di far lavorare insieme un territorio che va dalla valle Po alla valle Stura e che rivendica - giustamente - per Saluzzo il ruolo di punto di riferimento e di coordinamento, come nella storia è stato per molti secoli, quelli che corrispondono al massimo fulgore artistico, culturale, economico delle valli, all’interno del Marchesato di Saluzzo, fino alla metà del XVI secolo. In realtà gli spazi dell’ex Caserma Musso non esprimono esattamente la bellezza del patrimonio architettonico cittadino e ricordano il definitivo passaggio del Marchesato alla dominazione sabauda. La Castiglia e gli altri edifici del periodo marchionale sarebbero stati, però, meno accessibili, quindi è comprensibile la scelta dell’ex quartiere militare. In attesa della conclusione dei restauri, anche l’aspetto un po’ “delabré” dell’ex Caserma sabauda in qualche modo è apprezzabile in un contesto come l’Outdoor Festival. Una spartanità, una semplicità che si sposa bene con il tema dell’evento. Più del luogo, più dei singoli eventi proposti, conta il fatto che a Saluzzo si siano riuniti e abbiano lavorato insieme tutti gli operatori turistici delle valli dal Po alla Stura, coinvolgendo molti giovani che proprio in quel settore stanno investendo per il loro futuro.
È stato emozionante vedere con quale cura e passione proprio i giovani abbiano allestito e animato gli stand delle Porte di Valle, un’esperienza resa possibile dal progetto transfrontaliero Alcotra 2014-2020 “T(o)ur” all’interno del più vasto progetto PITER “Terres Monviso”. È stato bello anche vedere impegnati nell’accoglienza dei visitatori i giovani studenti del corso per manager del turismo montano promosso dall’AFP di Dronero. Il Festival saluzzese è stato un’ occasione piuttosto rara per far incontrare, su un terreno concreto, diverse generazioni che si sono occupate di sviluppo turistico, sociale, culturale delle valli. Durante il Festival ci si è confrontati sulle conseguenze dei cambiamenti climatici in montagna, sulle politiche che interessano le aree interne, sulla formazione, sull’alimentazione, sulla comunicazione, sulla sicurezza, sul futuro dei rifugi. Non resta che augurarsi, per il bene delle comunità che vivono nelle valli, uno sviluppo in più direzioni dell’esperienza saluzzese, con approfondimenti, sperimentazioni, innovazioni su tutto il territorio delle Terre del Monviso. Sarà probabilmente questo l’obiettivo dei nuovi progetti da candidare sulla nuova programmazione Alcotra.