“Essere resiliente, oggi, sembra diventato un valore, un atteggiamento positivo. Ma siamo davvero sicuri che sia così? Cos’è davvero la resilienza? Siamo sicuri che sia un termine da leggere in chiave positiva e non un uno strumento utilizzato strategicamente per catalizzare il consenso?” Queste alcune delle domande che si è posto Diego Fusaro, classe 1983, scrittore e filosofo torinese, si pone nel suo ultimo saggio nell’analizzare il concetto di resilienza. Il giudizio critico del filosofo emerge fin dal titolo: “Odio la Resilienza. Contro la mistica della sopportazione” edito dalla Rizzoli e presentato ieri, lunedì 30 maggio, nella Sala degli Specchi della Fondazione Amleto Bertoni. Evento promosso dalle associazioni culturali Nazione futura e Collettivo Saluzzo che Resiste che ha visto la partecipazione del pubblico delle grandi occasioni, attento e impaziente di sentire l’analis di Fusaro introdotto da Paolo Radosta, segretario Saluzzo di Nazione Futura.
“Ci è stato chiesto di sopportare le chiusure, sopportare le limitazioni di movimento, sopportare il rincaro di luce e gas, sopportare le mascherine, sopportare di vedere limitata la nostra libertà. Questo ci hanno chiesto i governi negli ultimi anni: di essere resilienti”, ha detto Radosta nel suo intervento introduttivo. “There is not alternative, non ci sono alternative, come diceva Margaret Thatcher già prima del 1989 - ha sottolineato subito Diego Fusaro -. E anche oggi le istituzioni ci chiedono di accettare la realtà così com’è in forma ebete e passiva, di non fare altro, di ubbidire, e magari con un atteggiamento positivo e disincantato”.
“E in questo processo di svalorizzazione dell’umanità, entra in gioco il concetto, ormai abusato, di resilienza - evidenzia il vincitore del prestigioso premio “Margherita Hack” per la ricerca filosofica -. Quale miglior termine poteva trovare l’attuale classe politica. Oggi, infatti, ci propongono anche un Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Ma il termine ha la sua origine in ambito metallurgico: sono resilienti quei metalli che anziché trasformarsi o rompersi, hanno la capacità di resistere agli urti, subirli e tornare su se stessi invece di spezzarsi”. Secondo lo scrittore, questa descrizione rappresenta perfettamente l’attuale vaporizzazione della politica: “Ci chiedono di non contestare, non protestare e accettare in silenzio. Così facendo uccidono quelle passioni utopiche che hanno sempre caratterizzato l’uomo. E i poteri forti, i veri grandi poteri neo-liberali, piano piano stanno eliminando la classe media negando il concetto stesso di ‘persona’. Vogliono introdurre il concetto di ‘forma merce’ al posto della persona, avendo come obiettivo non la globalizzazione, ma la glebalizzazione”. “Ma non temiate - aggiunge Fusaro con amara ironia - alla fine ci toglieranno tutto facendoci credere di esserne felici”.