Finora il bivacco Carlo Villata, alle pendici del Monviso, non è stato interessato né dalla enorme frana del 26 dicembre 2019, né dalle varie scariche di inizio luglio: lo ha reso noto il Parco del Monviso con una foto, elaborata da Lorenzo Civallero, pubblicata sul proprio sito. Lo scatto testimonia che fortunatamente la storica struttura è integra. In ogni caso, ricorda l'ente, sia per l'instabilità della parete rocciosa che per il divieto posto dal CAI circa l'utilizzo dei bivacchi come norma anti Covid-19 (se non per emergenze), la struttura non è utilizzabile.
La storia
Il rifugio è dedicato a Carlo Villata, un alpinista torinese, morto tragicamente nel 1957 durante una scalata sull'Aiguille du Chardonnette. Fu sistemato sullo sperone che si innalza tra il Canalone Coolidge e la parete Nord Est del Monviso nel 1958 dalla Società alpinistica Falchi di Torino, che poi quando si sciolse lo cedette al CAI Uget nel 1972. In quanto bivacco non è gestito ed è aperto - tranne che nel 2020 - tutto l'anno, dispone di 6 posti letto, l'unica fonte d'acqua disponibile è quella di fusione.
L'accesso avviene partendo dal Pian del Re (2020 m s.l.m.) in circa due ore e trenta seguendo dapprima il sentiero per il rifugio Quintino Sella al Monviso. Una volta raggiunto il lago Chiaretto (2261 m s.l.m.) si sale a destra verso il grande cono nevoso sottostante il Canalone di Coolidge. Da qui è visibile lo sperone dov'è ubicato il bivacco (difficoltà PD, rischio di caduta di pietre). Normalmente viene usato per pernottare la notte antecedente l'ascensione della parete nord del Monviso. Si possono anche raggiungere le Cadreghe di Viso e il Visolotto.