SALUZZO - Il dottor Lauro continuerà a seguire i pazienti cuneesi in tre centri medici

“Nessun compenso per me, le quote versate dai pazienti andranno alla Fondazione per la ricerca sul cancro” precisa il chirurgo saluzzese, ora a Candiolo

Redazione 08/07/2022 12:08

Dopo un’esperienza trentennale nell’ospedale Santa Croce di Cuneo, il dottor Corrado Lauro ha lasciato a giugno la guida della “Day e Week Surgery Oncologica” per entrare nella squadra dell’Istituto per la Ricerca e la Cura del Cancro di Candiolo, uno dei dieci più importanti centri di ricerca e cura sui tumori in Europa.
 
“Soltanto la mission di ricerca, e lo sviluppo ulteriore di conoscenze che l’IRCC di Candiolo potrà offrirmi, mi ha convinto a lasciare questa splendida realtà cuneese” aveva spiegato al nostro giornale il 59enne chirurgo saluzzese. La decisione tuttavia non ha mancato di suscitare rammarico nei tantissimi pazienti che Lauro aveva assistito nel corso degli anni, come testimoniato dai numerosi commenti sui social, nonché nello staff ospedaliero.
 
“Dopo un mese giusto di trasferta a Candiolo non è possibile trarre un primo bilancio, essendo tutto così nuovo, così diverso. Molte pazienti mi hanno chiesto se per essere sottoposte ad interventi presso lIRCC dovessero pagare la prestazione, e la risposta è ovviamente no, trattandosi di un Istituto privato ma convenzionato” ha scritto sul proprio profilo Facebook il medico.
 
La buona notizia è che da ieri è attiva la collaborazione avviata dal dottor Lauro con tre centri medici della Granda, per proseguire le visite ambulatoriali sul territorio e fornire un riferimento alla possibile utenza della Granda, in particolar modo presso la Clinica Santa Chiara a Saluzzo e Bra, il Centro medico Eumed a Savigliano, la Clinica Abax di Cuneo. La collaborazione con questi tre enti, in accordo con la Direzione Generale e Amministrativa di IRCC, non prevede alcun compenso per il medico: “Le quote versate dai pazienti, al netto delle spese di organizzazione, verranno direttamente erogate alla Fondazione per la ricerca sul cancro”.
 
Un modello di “privato solidale”, conclude Lauro, “che ho fortemente richiesto a tutti i responsabili di cui sopra, e che credo fosse doveroso precisare per quanti seguono le mie vicende professionali e non solo”.

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