Riceviamo e pubblichiamo.
L’impegno nello sviluppo di politiche in favore dell’ambiente è un obiettivo che deve riunire tutto l’asse partitico, oggi e nel futuro. Per tale ragione, il progetto di pista ciclabile estesa nel territorio, “la via della Pietra”, che partendo da Bagnolo Piemonte arriverà sino a Saluzzo è certamente lodevole. Tuttavia ci facciamo portatori del pensiero di diversi cittadini preoccupati, residenti in Castellar (ora municipio di Saluzzo) riguardo il tratto che passerà appunto per il borgo. In effetti, il passaggio della ciclabile in quella zona, comporterà diversi danni all’economia agricola locale ed avrà impatto ambientale.
Sul tracciato percorso dal progetto sono allocati diversi terreni a propensione agricola, i cui proprietari si ritroveranno ad essere danneggiati dall’attraversamento dello stesso. Impossibile mantenere coltivazioni che richiedano l’utilizzo di prodotti agrochimici quali erbicidi, fungicidi, pesticidi. L’unico tipo di attività agricola in un contesto di questo tipo risulta essere quella biologica. Per quanto si ritenga condivisibile ed incentivabile la crescita di questo tipo di produzione, imporla come forzatura ed unica possibilità riteniamo sia scorretto, anche valutando il costo necessario per il passaggio da una tipologia di coltivazione standard ad una biologica e le tempistiche necessarie, anche burocratiche. In questo senso, pensiamo sarebbe stato necessario interloquire più attentamente con gli imprenditori agricoli.
Segnaliamo inoltre che, sul tragitto prescelto per il tratto della ciclabile in Castellar, sono presenti diversi alberi secolari, di grande bellezza, storia e suggestione. Con preoccupazione scopriamo che alcuni di questi, a progetto, sarebbero sacrificabili e quindi estirpati. Una scelta che ci vede fortemente contrari. Un controsenso dichiararsi ambientalisti e contestualmente intendere di poter sacrificare il patrimonio ambientale. Parte della comunità di Castellar è giustamente molto preoccupata. Peraltro, resta poco chiaro il perché della scelta di un percorso “ex-novo”, tenendo presente che ve ne era già uno attivo e migliorabile proprio in Castellar.
In definitiva, troviamo inopportuno si scelga di dichiararsi fortemente ambientalisti, approvando tutte le campagne globali, se poi sul territorio si finisce per tradire quell’obiettivo inseguendo fondi economici. Restiamo speranzosi vi possa essere un ravvedimento progettuale sul sacrificio degli arbusti e si cerchi una
mediazione nei confronti dei lavoratori direttamente interessati.
Paolo Radosta