Il minor numero di animali osservati quest’anno può essere dovuto allo scarso innevamento: questa condizione fa sì che gli stambecchi si trovino dispersi su aree molto più vaste rendendo più difficile l’osservazione. Per questo motivo è importante disporre di serie storiche di osservazione lunghe che possano dare informazioni utili alla tutela di questi animali quali, per esempio, il loro numero complessivo, il rapporto fra maschi e femmine o il successo riproduttivo.
Nel Parco del Monviso la disponibilità di aree idonee ad ospitare gli stambecchi in inverno, periodo di accoppiamento in cui gli animali si radunano in aree relativamente ristrette, è elevata ed esistono almeno tre grandi settori di svernamento: una caratteristica che rende più facile l’osservazione e il monitoraggio. Monitorare lo stato delle popolazioni di alcune specie animali di interesse conservazionistico, rientra fra i compiti istituzionali dell’ente, con particolare riferimento ad alcune specie di interesse “europeo” elencate, per esempio, nella Direttiva Habitat (92/43/CEE).
La protezione dello stambecco ha richiesto, negli anni, uno sforzo condiviso con il Parco del Queyras con cui esiste una storica collaborazione su vari settori. I dati di osservazione dello stambecco, in particolare, vengono condivisi con i tecnici del parco francese su una banca dati transfrontaliera.
Le modalità del censimento
Il censimento prevede che gli operatori raggiungano i siti di osservazione la mattina presto e che, con l’impiego di un’adeguata strumentazione ottica (binocoli con ingrandimenti 8-10x e cannocchiali che raggiungono i 60 ingrandimenti) individuino e classifichino gli animali suddividendoli in differenti categorie sulla base del sesso e/o dell’età di ciascun individuo. Questi dati consentono di valutare lo stato della popolazione analizzando l’andamento negli anni, per esempio, del rapporto fra maschi e femmine e del successo riproduttivo.
I dati del 2023 sono i più bassi da quando il censimento viene effettuato ma nel 2022 si era registrato invece il numero massimo di animali contati, con un nucleo di almeno 207 individui nel Parco del Monviso.
Gli stambecchi, ovviamente, non tengono in considerazione i confini dei parchi ed i confini amministrativi stabiliti da noi umani: per ottenere dei dati utili ai fini della conservazione di questa specie è quindi fondamentale la collaborazione fra i diversi enti che, sul territorio, si occupano di fauna selvatica. Lo stesso protocollo di monitoraggio si svolge, infatti, da oltre 10 anni nelle valli Varaita, Pellice, Germanasca, Chisone e Troncea, ad opera dei rispettivi Comprensori Alpini e dell’Ente Gestione delle Aree protette delle Alpi Cozie.