Via libera definitivo dell’Aipo – Agenzia interregionale per il fiume Po per un intervento sull’alveo del “Grande fiume” in località Paracollo, definito dai residenti della zona "della massima urgenza, altrimenti alla prossima piena l’acqua inonderà almeno 4 cascine". Per l’avvio del cantiere si attende ora l’autorizzazione del Parco del Monviso. L’area dei lavori è quella vicina alla confluenza tra Po e Rio Torto, nelle campagne che si affacciano sulla provinciale per Pinerolo. Il Po, negli ultimi anni, ha scavato una profonda ansa verso valle (cioè sulla sponda di Saluzzo, opposta a quella di Revello, a monte) a poche centinaia di metri dalla confluenza con il Rio Torto.
Se l’erosione dovesse proseguire con una prossima ondata di piena, gli ultimi metri di terreno che dividono i due corsi d’acqua (che in quel tratto corrono più o meno paralleli in direzione Pesci vivi) verrebbero definitivamente portati via. Questo, secondo i tecnici, rappresenterebbe un potenziale pericolo per le aziende agricole che si trovano a poche decine di metri sul lato saluzzese. Il progetto approvato dall’Aipo prevede lo scavo di materiale, cioè ghiaia, nel centro dell’alveo del Po, per riportarlo sulla sponda a valle e rinforzarla, in modo da contrastarne l’erosione.
"L’inizio di questi lavori – dice il sindaco di Saluzzo Mauro Calderoni – è un’ottima notizia per le aziende agricole della zona che da tempo chiedono di rinforzare le sponde del Po per evitare allagamenti alle loro proprietà e la continua erosione di terreni coltivati. Un intervento che premia l’impegno dell’assessorato comunale alle Attività produttive e, in particolare, del consigliere comunale Giorgio Ponso, sempre attento alle problematiche degli imprenditori agricoli della zona e portavoce nei confronti di Aipo e Regione per giungere, finalmente, a questo importante risultato". (nella foto allegata il sopralluogo del gennaio 2020 dell’assessore regionale Marco Gabusi, allora presidente Aipo, nella zona dell’intervento, insieme ai consiglieri Giorgio Ponso e Paolo Demarchi).