Tra i pini cembri del Bosco dell’Alevè si aprono alcuni piccoli specchi d’acqua, il lago Bagnour e il lago Secco sono i principali, nelle cui acque vive un piccolo e misterioso crostaceo. Difficile da osservare, è stato recentemente fotografato da un tecnico del Parco del Monviso durante un sopralluogo.
Corpo trasparente dai riflessi verdognoli e forma simile a quella di un piccolo pesce sono le caratteristiche di questa specie di gamberetto, che sui fianchi presenta una lunga fila di piccoli arti che vibrano continuamente. Strano, particolare e tuttora studiato poiché di lui si sa ancora abbastanza poco, è stato chiamato Branchipus blanchardi in onore del suo scopritore, l’entomologo francese Raphaël Blanchard che per primo lo raccolse, nel 1888, nel lago di Cristol nelle Alpi francesi.
Il crostaceo, lungo circa 15mm e appartenente all’Ordine degli Anostraci, è un endemismo delle Alpi Occidentali e in Italia lo si può trovare soltanto nei laghi del Bosco dell’Alevè e in valle Stura: animali così localizzati, richiedono particolari attenzioni per la loro tutela, essendo molto sensibili alla perturbazione degli habitat ristretti in cui vivono.
Questo tema porta con sé ovvie riflessioni sul comportamento da mettere in atto in caso di eventuali osservazioni: la vecchia regola aurea del “guardare ma non toccare” può essere un buon punto di partenza per non turbare la sopravvivenza di esseri così delicati e preziosi per la nostra biodiversità.
I laghi in cui vive sono a loro volta particolari e interessanti, perché si stanno lentamente trasformando in torbiere e sovente possono presentarsi quasi completamente asciutti.