SAVIGLIANO - All'aeroporto di Levaldigi c'è un corso per chi ha paura di volare

È giunto alla sua seconda edizione, è l'unico in Italia che si svolge direttamente in uno scalo aeroportuale. “Ciò che non si conosce crea timore”, dice il perito aeronautico Pier Rinaldi

Micol Maccario 13/04/2023 17:27

Si chiama aerofobia o aviofobia e corrisponde alla paura di volare in aereo. È uno stato di ansia che si manifesta con sintomi fisici, come la tachicardia e la mancanza d’aria, e sintomi psichici, come la paura di morire. È molto più diffuso di quanto si potrebbe pensare ed è altamente invalidante. C’è però un modo per cercare di affrontarlo, si tratta del corso sulla paura di volare e si tiene all’aeroporto di Levaldigi.
 
Il piccolo aeroporto cuneese vanta di essere l’unico in Italia a ospitare un corso come questo, che quest’anno si terrà sabato 22 aprile in collaborazione con Dastyflysim, il più grande centro di simulazione di volo in Europa aperto al pubblico anche non professionista del volo.
 
Il corso, giunto alla sua seconda edizione, è rivolto sia alle persone che non prendono l’aereo sia a quelle che salgono ma con una certa ansia”, spiega Pier Rinaldi, perito aeronautico di assistenza alla navigazione aerea di Dastyflysim. La maggior parte delle persone che partecipa lo fa con l’intento di avvicinarsi di più al mondo del volo per scoprire suoni, rumori, vibrazioni che possono fare paura perché non si conoscono. L’obiettivo di questa attività è avvicinare chi ha paura di volare agli aerei, per far affrontare l’aerofobia in modo più consapevole. A guidare i futuri passeggeri ci saranno Pier Rinaldi e la psicologa e psicoterapeuta Cristina Franchetti, specializzata in corsi sulla paura di volare.
 
I due momenti che creano più timore sono i primi due minuti del decollo e le turbolenze”, dice Rinaldi. “L’attività all’aeroporto è utile perché unisce la parte teorica, quella psicologica, quella tecnica e quella esperienziale”, aggiunge. I partecipanti hanno la possibilità di guardare con calma le ali, il carrello, gli strumenti che provocano rumori durante la fase di volo. Poi vengono portati sul piazzale in coincidenza con l’arrivo di un aeromobile, salgono e assistono alla spiegazione delle caratteristiche dell’aereo.
 
È molto utile l’esperienza diretta e poterla fare all’interno di un aeroporto è un valore aggiunto”. Conoscere le componenti e i vari funzionamenti è un modo per avvicinarsi a qualcosa che non si conosce, capirla e temerla un po’ meno. Ed è anche un modo per far conoscere l’aeroporto in sé, che spesso è visto come una struttura scomoda a causa del rumore, dell’ingombro e dell’inquinamento che provoca.
 
Corsi esterni alle strutture aeroportuali in realtà esistono da tempo in Italia. Ad esempio, nel centro di Dastyflysim, situato in prossimità di Bergamo, si svolgono simulazioni con un Boeing 737. Anche alcune compagnie, come Lufthansa e Air Dolomiti da anni si affidano a un’agenzia tedesca che coinvolge psicologi ed esperti. A Levaldigi il corso si tiene in questo periodo perché la maggior parte delle richieste arriva nel mese di aprile, in previsione delle vacanze estive.
 
La prima edizione del corso sulla paura di volare è stata lo scorso anno nel mese di maggio e vi avevano preso parte una quarantina di persone. “La risposta è stata positiva - dice Rinaldi -. Solitamente, una volta concluso il workshop, l’80-85% delle persone è tranquillo. C’è una percentuale rimanente che dovrebbe invece affrontare un percorso più lungo. Qualcuno dopo la giornata della prima edizione è venuto a fare qualche simulazione nel nostro centro Dastyflysim”. Per quest’anno le iscrizioni non sono ancora chiuse, ma ci sono già una trentina di iscritti divisi in due sessioni, una la mattina e una il pomeriggio.
 
In realtà - dice Rinaldi, in accordo con gli studi sul tema - la paura dell’aereo non esiste. L’aereo è solo un catalizzatore di varie fobie. Molte persone che fino a qualche anno fa prendevano l’aereo ora per una causa esterna non lo prendono più. Spesso si tratta di un motivo personale che può andare dalla nascita di un figlio, a un matrimonio o una separazione”. La convinzione comune che siano più le donne ad avere paura di volare è sbagliata: “Gli uomini e le donne che temono l’aereo più o meno si equivalgono. Fino a un paio di anni fa il 70% circa era composto da donne, adesso però si stanno livellando, non c’è una sostanziale differenza”. È diverso però il motivo che sta alla base della paura. Nelle donne la maggior parte delle volte la paura è causata “dalla mancanza di controllo, perché si è in balia degli altri e questa cosa mette molta ansia”, spiega Pier Rinaldi. Dal punto di vista maschile invece spesso è un misto. C’è chi ha le vertigini, chi è claustrofobico, chi patisce la mancanza di controllo.
 
L’aereo funziona come collettore di fobie: “Non bisogna dimenticare che l’uomo non è nato per volare e ciò che non si conosce crea timore”. Dallo scorso anno, però, c’è nel Cuneese un modo efficace per combattere questa paura e per tornare a godere delle bellezze in giro per il mondo con leggerezza e consapevolezza.

Notizie interessanti:

Vedi altro