Sabato 25 novembre ai Docks Dora di Torino inaugura la mostra "Canto d'amore”, a cura di Alessandra Redaelli. Tra le 150 opere di artisti italiani e esteri esposte all'interno di una collettiva che vede pittori, scultori e fotografi uniti contro la violenza sulle donne, ci sarà anche una fotografia di Cristina Pedratscher. Il corpo, l'emozione, la cura, il concetto di libertà, di maschera e di identità sono tematiche che la fotografa saviglianese indaga dagli inizi della sua ricerca artistica in vere e proprie performance in cui il mezzo fotografico è parte di una messinscena teatrale -il teatro è l'altro grande amore dell'artista- in cui Cristina è insieme protagonista e regista (i progetti "I 5 sensi nell'Amore", "Terra", "Chairs" e "InPlacenta" sono presenti nel II e III volume de "Il corpo solitario. L'autoscatto nella fotografia contemporanea" a cura di Giorgio Bonomi) oppure soltanto regista come in "
A fior di pelle", esposto al Fondaco di Bra, dove i soggetti sono danzatori e performer di danza contatto. Abbiamo fatto qualche domanda all'artista nell'attesa di andare a visitare la mostra.
Una tua fotografia sarà esposta in "Canto d'amore" ai Docks Dora a Torino insieme alle opere di altri 150 artisti.
"Esatto, sarà una collettiva molto partecipata. Qualche mese fa mi è apparso un post su Facebook della curatrice Alessandra Redaelli con un annuncio di una call per questa mostra. Sono andata a vedere la pagina dell’evento per scoprire qualcosa di più e mi è piaciuto molto il messaggio che si è voluto dare e soprattutto mi sono fatta coinvolgere da quello che ho sentito da parte dell’artista che ha organizzato il tutto, ovvero Valeria Bovo. L’idea della mostra è nata dall’esigenza di sensibilizzare sulla tematica della violenza sulle donne, purtroppo attualissima in queste ore con l'uccisione di Giulia Cecchettin e a pochi giorni di distanza dalla Giornata Internazionale in cui da anni si cerca di far luce e sensibilizzazione su questa problematica, ma ogni anno i numeri aumentano invece di diminuire. Credo sia fondamentale una maggiore educazione sentimentale, sessuale e una maggiore diffusione di concetti come il rispetto, la gentilezza e l'empatia. Anche l'arte può contribuire a diffondere questo. Infatti in questa mostra le artiste e gli artisti sono stati invitati a proporre lavori carichi di positività e amore. Un canto collettivo. A questa call hanno partecipato più di 150 persone ed è doveroso ringraziare anche il pittore Angelo Barile che offrirà il suo Atelier, negli spazi dei Docks Dora, creando questa opportunità di condivisione".
Il titolo della mostra è un verso di "A tutte le donne" di Alda Merini. Quale canto d'amore porta con sé la tua fotografia?
"Per questa mostra ho scelto accuratamente la fotografia da proporre, non volevo focalizzarmi strettamente sulla figura femminile, né creare didascalie sulla tematica, quindi ho pensato a quello che manca e a quello che spesso viene a meno in molti rapporti, in generale. Presenterò quest’opera che ho intitolato 'La Cura' e penso che non occorrano ulteriori parole per descriverla. Credo però che sia un concetto e un'attenzione che sarebbe stato fondamentale sia alla Merini che a tantissime altre persone".
L'artista ha il potere di contribuire a portare l'attenzione su tematiche sociali e attuali. Credo però che il cambiamento culturale possa passare attraverso l'arte quando l'attenzione per alcune tematiche è una scelta libera dell'artista e non un'adesione obbligata a questioni scottanti, mossa non dall'onestà intellettuale o dalla propria ricerca artistica ma piuttosto dalla ricerca di visibilità. Se l'artista si piega alle logiche di mercato per accontentare il pubblico e arrivare al riconoscimento sociale allora ha fallito e la sua opera diventa uno slogan banale, svuotato di contenuti, uno strumento di compiacenza fine a se stesso. Che ne pensi? È un argomento delicato, ma penso sia necessario iniziare a riflettere e parlarne.
"Assolutamente, sono pienamente d’accordo. E’ fondamentale che la partecipazione di ogni artista sia autentica e sentita, infatti se non c’è coinvolgimento si sente e si percepisce. O almeno, per me è fondamentale. Ed è anche per quello che ho scelto di partecipare a questa mostra, per quello che mi è arrivato e perché ho sentito di volerlo fare presentando un concetto, che poi ho già esplorato anche nel mio ultimo progetto. Purtroppo però non sempre succede. Negli ultimi anni le tematiche femminili, l’emergenza climatica, le tematiche gender, per fare alcuni esempi, sono diventati temi caldi e quindi affrontati da molti, ma non sempre questo si riflette sulla ricerca personale di ogni artista. In molti casi sono dei pretesti per far parlare di sé, per vendere o perché si cavalca semplicemente l’onda del momento. Come anche molte proposte di piccole e grandi mostre, che vengono create per marketing, ma non per creare vera educazione e divulgazione su determinati concetti. Soprattutto nell’arte ci dovrebbe essere più onestà, proprio perché l’espressione artistica è libera ed è spinta da un proprio sentire interiore. E quando è autentico, arriva".
CANTO D’AMORE | DOCKS DORA | VIA VALPRATO, 68 - PADIGLIONE F | TORINO
Inaugurazione sabato 25 Novembre dalle ore 16 alla 20 con performance e presentazione.
La mostra sarà visitabile al pubblico per tutto il mese e sarà aperta fino al 25 dicembre.
Dal lun al ven: dalle ore 15 alle ore 19.
Il sabato: dalle ore 10:30 alle ore 12:30 | pomeriggio dalle 15 alle 19.
Domenica chiuso.
Ingresso gratuito.