Sono stati celebrati giovedì 8 settembre nella parrocchia di San Giovanni a Savigliano i funerali di Vincenzo Bono, 82 anni, alpino e storico custode dei locali di Oasi Giovani. Per tanti anni, una vera e propria “colonna” dell’ente benefico.
Bono era stato ospite da bambino al Beato Amedeo. Da adulto, al lavoro in Fiat Ferroviaria aveva unito quello di custode e tuttofare per Oasi Giovani, andando ad abitare con la sua famiglia in uno degli alloggi della struttura, in corso Roma. Una decina di anni fa era arrivata la pensione, ma Bono aveva continuato a mantenere un legame d’affetto e di amicizia con la onlus.
“Vincenzo era la nostra memoria storica - ricorda Eliana Mondino, dipendente di lungo corso di Oasi Giovani -. Per lui il “Beato” era la sua casa: aveva vissuto fin da piccolo in collegio con Suor Rosaria, figura per lui molto importante. Ha assistito a tutti i cambiamenti avvenuti nel corso degli anni, e visto passare tanti presidenti. Quando è andato in pensione, gli regalammo un album di fotografie, perché potesse ricordarsi dei bei momenti vissuti. Ma gran parte del suo tempo la passava ancora in mezzo a noi”.
“Ogni 8 dicembre - prosegue Mondino - era in piazza con noi per allestire il banchetto del mercatino delle pulci, dalle 6 del mattino a montare e alle 18 a spreparare. Quando c’era il ghiaccio portava il suo piccone per spaccarlo, e se non lo avessimo chiamato si sarebbe ‘offeso’. La sua figura (dal cuore grande e talvolta un po’ ‘brontolona’) è stata per tutti noi fondamentale, soprattutto per me, Silvia e Mary, con cui abbiamo condiviso 30 anni di servizio”.
Dal Consiglio di Amministrazione di Oasi Giovani arriva dunque il ringraziamento a Bono per tutto quanto fatto. “Disponibile a sostenere ogni nostra iniziativa, - evidenzia il presidente Gianfranco Saglione - Bono era intraprendente. Si occupava dalle richieste della segreteria alla manutenzione dei locali e dei giochi, dal taglio dell’erba alla tinteggiatura. Schivo alle foto e ai complimenti, allegro, pronto alle battute e a volte un po’ burbero, era sempre presente, condividendo con noi anche i momenti di festa”.
“Un pezzo del nostro ente - conclude Saglione - se n’è andato, e noi vogliamo dirgli grazie”.