Essere donna oggi? Di strada ne è stata fatta parecchia, ma tanto resta da fare per combattere piccole e grandi disparità radicate nella società attuale. È in sintesi il pensiero dei giovani – ragazze ed anche ragazzi – che gravitano intorno alle attività di “Oceano”, il progetto della onlus Oasi Giovani che si rivolge agli adolescenti. Pareri e riflessioni raccolti in occasione dell'8 marzo.
Marta Guerra, ad esempio, ritiene che il modo in cui oggi si combatte per la parità debba cambiare: “Questa – afferma – non è solo una battaglia delle donne, ma di tutti. Anche gli uomini sono colpiti dagli stereotipi di genere, e liberarsene può generare un'inaspettata sensazione di sollievo. Allontanarsi dalle costrizioni a cui siamo stati educati, vuol dire riconoscere che si può essere uomini e virili anche parlando delle proprio emozioni, sapendo accogliere l’altro, essendo empatici”. “Se provassimo tutti a vivere la Festa della donna in quest’ottica di riflessione invece di regalare semplicemente un mazzo di mimose – aggiunge Marta – forse potrebbe essere un’occasione per evolvere davvero”.
Per Chiara Cosentino dell'associazione racconigese “Tocca a noi”, essere donna oggi significa farsi carico di una storia infinita di lotte, di traguardi raggiunti e di obiettivi ancora lontani. “Nonostante i progressi conquistati negli anni – dice – le donne devono continuare a combattere per affermare i propri diritti riconosciuti a fatica e per raggiungere una parità di genere ancora lontana. Esistono ancora oggi discriminazioni e pregiudizi: dagli insidiosi commenti maschilisti al linguaggio sessista dei media, dalle discriminazioni non verbali (come una paga ridotta o la tassa sugli assorbenti) a tante altre cose che contribuiscono a far sentire la donna in difetto rispetto all’uomo e mai all’altezza”.
Non solo ragazze: oggi (fortunatamente) sempre più ragazzi sono sensibili al tema delle discriminazioni e dell'emancipazione. Riflette Mourad Louiz: “Con la venuta della quarta ondata di femminismo, il proccesso di emancipazione ha iniziato ad interessare anche gli uomini, che si sono messi in prima fila nella lotta dei diritti delle donne, per la difesa del diritto all'aborto ed anche per ottenere leggi adeguate a difesa delle donne che abbiano subito violenza fisica, sessuale e psicologica. Tuttavia, a mio avviso, il movimento femminista non é ancora inclusivo. Donne con disabilità, di etnia non italiana e transessuali devono ancora acquisire diritti che le donne bianche e di classe sociale alta hanno giá ottenuto da tempo".
Per Matteo Levrone l'8 marzo è una data “che parla ad ognuno di noi, è materia di tutti": “Quando un uomo nasce in un mondo in cui “più in alto vai, meno donne ci sono” – afferma – ha il dovere di arrestarsi, anche solo per un momento. Non esistono scusanti, non importano i contesti e non valgono gli alibi culturali. Perché la cultura non plasma la gente, la gente plasma la cultura”.
Per i ragazzi di “Oceano”, insomma, la Festa della donna è un giorno che non dovrebbe essere necessario. Perché nessuno dovrebbe lottare per ottenere ciò che meriterebbe di diritto. Idee e riflessioni, come osserva il presidente di Oasi Giovani Gianfranco Saglione, “che ci lasciano ben sperare per il futuro del mondo. I giovani sono migliori di come spesso vengono dipinti, e lo constatiamo con le attività che quotidianamente il nostro ente porta avanti”.