Asti-Cuneo, la tragicommedia del free flow: “Il numero verde? Come parlare con Babbo Natale”
Non si placano le proteste per i disservizi e le lungaggini del nuovo sistema di pagamento imposto dall’autostrada. Intanto si annunciano iniziativeSpese aggiuntive, lungaggini, difficoltà nell’accesso al sito e nell’interfacciarsi con chi gestisce i pagamenti. Il free flow dell’Asti-Cuneo, entrato in vigore dallo scorso 1 settembre sul tratto Asti-Castagnito, è una babele per molti, troppi automobilisti che non sanno come districarsi con il pedaggio “invisibile”.
Chi non ha dispositivi di telepedaggio deve saldare online entro 15 giorni dall’avvenuto passaggio attraverso una piattaforma dedicata, registrandosi al sistema Conto Targa o come utente occasionale. I transiti, assicura il sito della società Asti-Cuneo, “saranno disponibili nel portale entro le 24 ore successive dall’avvenuto passaggio in autostrada”.
Peccato che le cose siano un po’ diverse. Lo testimonia, fra le altre missive giunte agli organi di stampa in questi giorni, l’intervento di un automobilista che ha scritto per segnalare le sue difficoltà all’Osservatorio per la tutela del paesaggio di Langhe e Roero, molto attivo nel raccogliere le denunce: “Le segnalazioni che sono arrivate a noi e ai media sono tantissime. - conferma l’associazione - Stiamo lavorando con altre associazioni per definire e attuare nuove iniziative contro questa vergogna”.
Questo è il testo dell’ultima lettera diramata:
“In data 21 dicembre mia figlia con la famiglia è arrivata dall’estero per le feste con auto straniera. Proprio a seguito delle varie lamentele di cui avete scritto mi è venuto il sospetto che anche loro fossero passati senza averne contezza sotto le “forche caudine” tra Asti e Castagnito; pertanto il giorno 2/1 alle 8 sono andato sul sito della A33 per verificare. Naturalmente prima di poter vedere i transiti ed i relativi addebiti occorre registrarsi caricando tutta una serie di dati, ma la validazione non è immediata, occorrono dalle 24 alle 36 ore prima di avere la possibilità di accedere al portale. Finalmente il 4 mattina ho potuto rilevare che alla targa estera di mia figlia era associato un passaggio da Asti est e un pedaggio non pagato di € 1,22. (importo che ho saldato immediatamente tramite carta di credito dal mio pc). Me la sono cavata bene, non c'erano sovrapprezzi o sanzioni di mancato pagamento perché il saldo, casualmente, è avvenuto entro i 15 giorni dal passaggio.
Però ho poi un'altra faccenda ancora aperta: la mattina di venerdì 3 gennaio sono dovuto andare a Milano. Ho imboccato la tangenziale e oltrepassato nell'ordine i portali P4, P3, P2, P1 sentendo sempre il “bip” del mio telepass (sono utente Telepass). Poi ho preso l'autostrada ad Asti est, uscito a Milano Barriera ovest. In serata ho fatto il percorso inverso e rientrato a casa. Il mattino successivo ho controllato sul sito Telepass i miei transiti: quelli sulla Asti-Tortona-Milano andata e ritorno erano regolarmente registrati (€9,70 ciascuno) mentre nessuna traccia dei transiti sui portali del free flow sulla A33, né in andata né in ritorno.
Per scrupolo supremo sono entrato nuovamente sul sito, ho fatto il login con le stesse credenziali usate in precedenza e ho caricato la targa della mia macchina (fortunatamente è possibile associare ad un utente più targhe, sia italiane che estere). Anche qui attesa di validazione (36 ore) e finalmente...nulla: non ci sono tracce dei miei passaggi. Ho provato a chiamare il numero verde, ma...è come voler parlare con Babbo Natale.
Oggi, dopo 4 giorni dai passaggi, ancora non vedo traccia né sul sito A33 né sul sito Telepass (che dovrebbe riceverli da A33). Ora io terrò sotto stretto controllo la questione per evitare grane, ma non è comunque comodo dover vigilare.
Invece dei miei amici qui vicino, contadini di un paese delle Langhe, una decina di giorni fa sono andati a Reggio Emilia per vedere una macchina agricola. Al ritorno mi hanno chiamato, e mi hanno chiesto: “Come funziona ‘sto sistema, come si chiama… Fru Fru?” (se non ci fosse da piangere... ci sarebbe da ridere!). Ho provato a spiegare, suggerendo di andare davanti al cimitero al totem della A33, ma anche lì - mi han detto - occorre essersi registrati prima con email, password, indirizzo, codice fiscale eccetera (io credevo si potesse pagare inserendo semplicemente la targa). Ora questi non sono che episodi marginali, ma il casino che si sta generando diventerà enorme, come voi giustamente già tempo fa avevate rappresentato anche a chi di dovere.
Invece sia a livello regionale (Cirio, Gabusi) che di amministratori locali (Bo, Fogliato, Giovannini e gli altri colleghi sindaci roerini) anche su questo punto cruciale tutti si sono piegati nel modo più servile alla volontà e agli interessi di Gavio: ma, lo sappiamo, questi son gli uomini “del fare” del “senza se e senza ma”: sempre solo focalizzati sul verbo “fare” dimenticando che a volte, il complemento oggetto, può essere “disastro”, come in questo caso.
Ora per gli abitanti del territorio che vogliono scampare a questo sistema demenziale e costoso non resta che evitare per quanto possibile la tangenziale ed il tratto della A33, andando a peggiorare una situazione di traffico interno albese già prossima al collasso. Ma cosa ne sarà dei tanti turisti stranieri in arrivo sulle terre dell'Unesco? Saranno contenti di una simile accoglienza? Se non pagano, saranno perseguibili anche nei loro Paesi di provenienza? Il disastro è stato fatto, e ritengo sia irreversibile, non so proprio come si possa tornare indietro: ci teniamo i portali con tutti i guai che comportano”.
Redazione
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