Iren si “mangia” il ramo gas e luce di Egea
La multiutility torinese ingloba il settore energia della società albese. Che non vuol sentire parlare di crisi, nonostante l’accordo apra al passaggio di proprietàLa crisi energetica aggravata dalla guerra in Ucraina sta già provocando i primi terremoti tra i colossi del settore. Uno ha epicentro ad Alba e riguarda la quarta azienda della Granda in termini di fatturato: parliamo di Egea, la multiservizi pubblico-privata guidata da Pierpaolo Carini.
Con una lettera del 22 marzo l’ad del gruppo Iren Gianluca Bufo ha ufficializzato l’affitto del ramo d’azienda di Egea Commerciale, la controllata che opera sul mercato gas e luce. Il gioiello della corona della società albese ha chiuso il 2020 con 810.822.207 euro di fatturato - in calo del 7,44% - e un incremento degli utili quantificati in 1,18 milioni (+61,42%). Per effetto dell’accordo, da venerdì 1 aprile gli 87 dipendenti delle varie sedi passeranno sotto le dipendenze di Iren. In provincia Granda Egea Commerciale è operativa, oltre che ad Alba, a Cuneo, Fossano, Saluzzo e Savigliano. Iren si è già affrettata ad assicurare che non si prevedono trasferimenti e che il rapporto di lavoro proseguirà senza soluzione di continuità.
Ma l’ingresso nella placida Langa del gigante energetico attivo tra Torino, Genova e l’Emilia spaventa lo stesso. L’affitto della rete gas e luce - che conta più di 300mila clienti in Italia - prelude infatti all’acquisto da parte del gruppo Iren dell’intera proprietà o di una quota maggioritaria del capitale sociale di Egea Commerciale: lo si legge nero su bianco nella comunicazione ufficiale. Tra chi esprime preoccupazione c’è il consigliere regionale dem ed ex sindaco di Alba Maurizio Marello. L’accordo con Iren sarebbe solo l’ultimo di una serie di scricchiolii: “Prima - riepiloga Marello - un articolo sul quotidiano La Verità che metteva in luce le difficoltà delle società distributrici di gas, tra cui Egea”, poi “una lettera mandata ai dipendenti in cui si dice che il progetto industriale richiede l’ingresso di nuovi soci”. Lettera firmata non dall’ingegner Carini, ma dal presidente del Consiglio di sorveglianza Giuseppe Rossetto. Egea, ricorda Marello, “si è sempre definita l’azienda del territorio”, anche in forza delle consistenti partecipazioni che Alba e altri comuni vi mantengono. Per questo l’ex sindaco chiede di mettere le carte in tavola e convocare un’assemblea straordinaria dei soci: “Il territorio deve sapere, deve conoscere”.
A stretto giro è arrivata la replica del gruppo: Egea “non ha venduto alcun asset né in forma societaria né in forma di ramo d’azienda a chicchessia. Ad oggi, non sono previste riunioni degli organi deliberanti aventi all’ordine del giorno tali dismissioni”. Nessuna crisi all’orizzonte, insomma, o almeno così si dice.
Andrea Cascioli
ALBA Egea - iren