L'associazione Canale Ecologia si schiera contro la realizzazione di un nuovo centro commerciale
Il comunicato firmato dal presidente Giovanni Bosio: "Occorreva un maggior coinvolgimento della popolazione"Riceviamo e pubblichiamo.
Come Associazione Canale Ecologia Odv siamo direttamente chiamati in causa dall’annuncio della realizzazione del nuovo polo commerciale proposto dalla ditta
Barberis. Ovviamente per gli aspetti ambientali, ma non solo. Proviamo ad elencarne i motivi.
1) Occorreva un maggior coinvolgimento della popolazione in merito a questa scelta, che cambierà in modo consistente la vita del nostro paese; la stessa
popolazione si è invece trovata sostanzialmente di fronte al fatto compiuto.
2) In effetti da anni il destino di quell’area era segnato, e l’unica possibilità di una sua diversa destinazione era possibile con la stesura della variante strutturale al piano regolatore redatto nel 2018. Questo purtroppo non avvenne: la variante passò in consiglio confermando sostanzialmente le scelte precedenti del piano, e
anche la nostra associazione non valutò appieno la portata, complessivamente negativa per quell’area (in relazione ai relativi parametri costruttivi, in pratica i
volumi cementificati previsti).
3) Dal punto di vista ambientale la situazione cambierà purtroppo in peggio; i circa 3.500 m.q. di coperture previsti, più le strade e le piazzuole, la renderanno una isola di riverbero di calore funzionale al cambiamento climatico, addirittura con il rischio di effetto negativo per il clima estivo dell’abitato canalese.
4) È pur vero che sono stati richiesti dall’amministrazione comunale e dall’ARPA diverse misure compensative: creazione di aree alberate, utilizzo di pareti verdi,
vasche di laminazione e parcheggi drenanti; tutte misure certamente positive , ma che ancora non raggiungono l’obiettivo di un sostanziale riequilibrio ambientale.
5) Infatti la impermeabilizzazione di buona parte di quei terreni, stimabile in circa 10.000 m.q. sui complessivi 15.000, causerebbe la perdita dei servizi ecosistemici che quell’ettaro non offrirebbe più alla comunità; questi mancati servizi attualmente dati dal terreno verde sono ben 12 e comprendono la fissazione della CO2, la ritenzione idrica, la presenza di biodiversità e altri nove servizi che lo Stato quantifica in moneta (attraverso l’ISPRA) in circa 60.000 euro l’anno. Sono euro virtuali che perderemo ogni anno, ma che le alluvioni come quella in Emilia Romagna fanno capire nei fatti quanto siano ben reali.
6) In merito all'opportunità di un polo commerciale (costituito da bar, punti ristorazione, negozi e struttura turistico ricettiva) ex novo e a sé stante, privo di
passaggi pedonali dedicati che lo colleghino al vicino centro abitativo (dal quale sarà separato da vie di comunicazione ad alta percorrenza veicolare), alieno al centro storico anche esteticamente (pur in presenza di previste mitigazioni paesaggistiche nelle forme e nel colore), la nostra associazione nutre perplessità per il rischio che si corre di perdere importanti valori di identità comunitaria. Anche sotto il profilo del ritorno economico-finanziario dell'investimento previsto, l'iniziativa presenta molte incognite. Sino ad ora si era riusciti a mantenere un certo equilibrio di commercio diffuso fatto di negozi e bancarelle, pur con la presenza di ben tre supermercati. Il nuovo polo commerciale rischia di mettere seriamente in crisi questa realtà, senza contare la già pesante concorrenza al negozio diffuso costituita dagli acquisti on-line, e il rischio tutt’altro che remoto che il nuovo polo non decolli lasciando in eredità strutture difficili da ricollocare.
7) Avevamo proposto al Sindaco Enrico Faccenda, in un incontro avvenuto qualche anno fa, di ricomprare, come Comune, il terreno precedentemente ceduto
alla ditta Barberis, con l’intento di farne un parco cittadino attrezzato con percorsi tematici e con la messa a dimora di alberi ad alto fusto. Probabilmente è mancata la determinazione a percorrere questa via ecologica che avrebbe previsto un esborso notevole da parte del Comune.
8) Considerando che il cuore dell’abitato canalese non ha praticamente più possibilità di espansione avendo occupato ogni francobollo disponibile con l’ultimo
Piano Regolatore e che questo è un intervento esteso che consuma parecchio suolo, sarebbe essenziale ricercare con ogni mezzo la possibilità di perseguire un equilibrio complessivo.
9) Come si ottiene questo? Dal punto di vista ambientale valutando se le richieste compensative ottenute dal comune siano adeguate. Noi come Canale Ecologia proponiamo un supplemento di analisi realizzato da un ente terzo. Il comune può richiedere ad esperti del Politecnico di Torino, che già bene hanno servito Canale, quali potrebbero essere le misure compensative da adottare, ovviamente misurando scientificamente la perdita dei servizi ecosistemici dovuti all’urbanizzazione dell’area. Potremo capire se le eventuali proposte conterranno l’indicazione di posizionare pannelli fotovoltaici sui tetti dei fabbricati, quale il
numero indicativo di alberi da mettere a dimora e quali altre azioni compensative sono possibili. Non ultimo occorre ricercare soluzioni che rendano riconvertibili i
cubi di cemento in caso il Polo commerciale non riuscisse a decollare. Purtroppo sono già troppi i comuni che si ritrovano in questa situazione e a dover provvedere dopo fallimenti vari a costosi ripristini di aree dismesse. Non riteniamo queste richieste limitanti la libertà di impresa e di iniziativa economica così ben difese da una specifica direttiva comunitaria (2006/123/CE), perché sono strettamente legate alla difesa dell’ambiente e agli aspetti culturali e storici del nostro paese.
Per l’Associazione Canale ecologia Odv
Il presidente Giovanni Bosio
c.s.
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