Riconoscimento “Maestro di Bere il Territorio” per Maurizio Maggiani
Cerimonia finale della XVIª edizione di “Bere il Territorio”Sabato 1 aprile in sala “Beppe Fenoglio” da Alba, il Sindaco Maurizio Marello e insieme a Massimo Corrado dell’associazione Go Wine ha consegnato allo scrittore giornalista Maurizio Maggiani il riconoscimento “Maestro di Bere il Territorio” durante la cerimonia finale della XVIª edizione di “Bere il Territorio”, il concorso letterario nazionale promosso da Go Wine e dedicato ai racconti sul rapporto con il vino.
«Mi ha fatto davvero piacere ascoltare Maurizio Maggiani. – ha dichiarato il Sindaco Maurizio Marello dopo la consegna del Premio – Ha detto cose molto significative. Soprattutto la frase “le cose belle sono quelle fatte bene” ha ricordato a me un insegnamento familiare. Io sono figlio di falegnami da parte paterna e figlio di contadini da parte materna. Ciò che accumunava i miei due nonni era il motto “A far bene o a far male i lavori ci vuole lo stesso tempo”. Questa è una frase di straordinaria attualità perché negli anni i valori dell’attenzione e della passione hanno ceduto il passo alla fretta per guadagnare di più, a scapito della bontà e della bellezza. Da queste parti coltiviamo le vigne molto bene e non a caso i nostri paesaggi vitivinicoli sono stati riconosciuti patrimonio dell’umanità dall’Unesco ma forse si è perso il cuore che c’era qui negli anni 50-60, quel modo di bere il vino in compagnia dell’amico in cascina dove si trovavano i bicchieri oggi presenti solo nelle osterie e che io mi ostino ancora ad utilizzare per vini come Nebbiolo e Barolo perché in questi bicchieri c’è qualcosa che richiama quei costumi e quelle abitudini delle famiglie semplici di una volta. In un territorio che si è scientificamente perfezionato, magari recuperare un po’ di sentimento e un po’ di cuore forse non andrebbe male».
«La bellezza è legata alla necessità di un lavoro ben fatto – ha affermato la scrittore giornalista Maurizio Maggiani - La mia è stata una vita fortunata con umani che mi hanno indotto alla bellezza. Ebbi un solo regalo da mio nonno, a 6 anni. Era una cesoia piccolina per potare la sua e la mia vigna. Andammo a potare insieme. Il suo filare definiva l'orizzonte dell'orto. Eravamo signori del nostro orto non servi ed il perno era il filare di Vermentino».
Durante la mattinata sono stati premiati anche gli altri vincitori del concorso nato nel 2001. Per la sezione generale dedicata ai giovani tra i 16 e i 24 anni riconoscimento a Davide Giuseppe Lisa di Carmagnola (Torino) con il racconto “Alla ricerca del Syrah”, mentre Manuela Olivieri di Monte Compatri (Roma) ha vinto il premio per la sezione generale riservata ai soggetti con età superiore ai 24 anni, con il racconto “All’altezza dei suoi occhi”.
Il riconoscimento della sezione speciale riservata agli istituti agrari è stato assegnato a Alessio Raffanti, Brando Falaschi, Maria Veronica Taddei, Eleonora Guidi e Alice Pietosi, studenti dell’Istituto “Ugo Patrizi” di Città di Castello (Perugia), per la ricerca volta al recupero e alla propagazione di vitigni autoctoni dell’Alta Valle del Tevere.
La giuria del concorso è formata da: Marco Balzano (scrittore), Giorgio Barberi Squarotti (Università di Torino), Gianluigi Beccaria (Università di Torino), Valter Boggione (Università di Torino), Margherita Oggero (scrittrice), Bruno Quaranta (La Stampa-Tuttolibri), Massimo Corrado (Associazione Go Wine).
c.s.
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