Robaldo fa il punto sul bilancio: “La Provincia è viva, ma Roma prende più di quanto ci dà”
Le entrate tributarie valgono 47 milioni all’anno, altri 3,9 arrivano dal famigerato autovelox (e non solo). A gennaio, promette il presidente, ci saranno le delegheLa Provincia di Cuneo chiude il bilancio di previsione 2025, attestato sui 158 milioni, con una gestione corrente che pareggia a quasi 77 milioni. Per Luca Robaldo è l’occasione di tracciare un bilancio più ampio, relativo ai primi due anni di mandato.
“La Provincia è viva e lotta insieme a noi” dice il presidente, reduce dall’assemblea con i colleghi di tutta Italia. C’è delusione, già esplicitata nei giorni scorsi, per la mancata riforma, nonostante gli sforzi del ministro per le Autonomie Roberto Calderoli: “La volontà del governo è tornare a un’elezione diretta, seppur con un proporzionale pieno diviso su due o tre collegi provinciali, stile elezioni regionali”. La riforma doveva abolire la funesta Delrio entro il 2023, ora il termine è slittato al 2026. Si vedrà. Quel che è certo è che i documenti finanziari fotografano uno squilibrio: Roma, in particolare, riceve da Cuneo più di quanto non dia. “Noi ‘restituiamo’ allo Stato circa 20 milioni ogni anno” fa presente Robaldo: per la precisione sono 20,7 milioni di contributi alla finanza pubblica, compresi i 5 destinati alle casse statali. Di contro ci sono 23,2 milioni di entrate in parte corrente, ma solo 14,8 milioni arrivano dallo Stato: altri 6,8 milioni sono della Regione e 1,4 milioni giungono da enti diversi.
Poi ci sono le entrate tributarie, pari a 47.764.400 euro nell’ultimo bilancio: le principali sono Rc e Ipt auto (21,5 e 20,5 milioni) e Tefa (3,6 milioni: è la parte di Imu che va alla provincia). “A seguito del Covid c’è stata una drammatica riduzione, ma c’è una lieve ripresa negli ultimi due anni” spiega ancora il presidente. Sono entrate che servono per pagare il personale della Provincia, che ammonta a 332 unità (la spesa di personale è pari a 13 milioni e 980mila euro), ma anche le spese nel settore viabilità (14,4 milioni) ed edilizia scolastica (16,6 milioni). Altri 8 milioni vengono spesi per utenze e riscaldamento, circa 9 sono previsti per lo sgombero neve.
Viabilità, per “rifare” le strade servirebbero 20 milioni
Sul fronte della viabilità, tra gli interventi già cantierizzati figurano il ponte del Ciadel, il ponte sul Tanaro a Bastia Mondovì, quello sulla SP 929 a Canale d’Alba, il ponte Trunasse e altri ancora. In fase di appalto è la ricostruzione del ponte Mulino sul Tanaro fra Monchiero e Lequio Tanaro, chiuso dal 2010. Preoccupano il ponte sulla SP 7 a Pollenzo (“ha diversi affaticamenti strutturali, stiamo attendendo dal governo la notizia che potremo appaltare anche nel prossimo anno”) e il ponte di Cardè (“aspetta dal 2000 un intervento importante, abbiamo un computo di circa 25 milioni di euro e 18 milioni a disposizione”). La previsione di spesa per le asfaltature nel 2025 è di circa 7 milioni. Nei primi due anni del mandato Robaldo sono stati asfaltati circa circa 250/260 km, su 3.119 km complessivi della rete stradale: “Ma servirebbero venti o ventuno milioni per intervenire su tutta la rete”. Tramite le multe fondi si recuperano fondi che vengono destinati - per legge - alla sicurezza stradale: vi rientrano l’ormai noto autovelox provinciale sulla SP 7 e le entrate ricevute dai comuni, che ammontano nel complesso a circa 3,9 milioni.
Maxi investimenti sull’edilizia scolastica (grazie al Pnrr)
L’altro grande ambito della politica provinciale è l’edilizia scolastica. Quattro nuove scuole solo in fase di realizzazione: a Bra l’istituto Guala (12 milioni), a Cuneo l’ex Provveditorato (19,4 milioni), a Fossano l’ampliamento del Vallauri con 7 milioni e a Mondovì l’istituto Baruffi, per un investimento di 12,8 milioni. Grazie al Pnrr, l’investimento complessivo arriva a una cifra compresa tra gli 80 e i 100 milioni, comprensivo della costruzione di nuove palestre a Barge, Alba (liceo artistico Pinot Gallizio e liceo scientifico Cocito), Bra (Velso Mucci), Dronero (Alberghiero), oltre che della messa in sicurezza e riqualificazione antisismica.
Quasi 25mila cinghiali abbattuti dall’inizio dell’emergenza Psa
Fra gli altri ambiti d’intervento della Provincia c’è la risorsa acqua. L’ufficio preposto si sta occupando, fra l’altro, dell’invaso Serra degli Ulivi, per il quale ci sono 49 milioni di investimento garantiti dal Pnrr. Nel 2022, l’anno della grande siccità, è stato avviato il progetto Sete: insieme agli esperti del Politecnico di Torino i tecnici stanno verificando se si possa convogliare l’acqua meteorica nelle falde anziché negli invasi. Lo studio ha dato finora buoni frutti e ha portato all’approvazione di un protocollo con il Politecnico: l’investimento è di 440mila euro con fondi Alcotra.
Capitolo delicato quello che riguarda la lotta alla peste suina africana. La Granda ha oltre 600 aziende suinicole e 930mila capi, sommando il 70% della produzione piemontese e l’11% di quella nazionale: “Valiamo l’8% del Pil nazionale di settore” sintetizza il presidente. Cuneo, sottolinea, è stata anche la prima provincia in Italia a dotarsi di una cabina di regia sulla Psa, a maggio 2023. Il territorio è esente da contagi, mentre 15 nuovi agenti hanno rafforzato il Nucleo Faunistico Ambientale: al 5 dicembre sono stati abbattuti 2.381 capi di cinghiali, il 10% dal nucleo e il 90% dai cacciatori abilitati e coordinati. L’incremento è pari al +16% rispetto al 2023 e aumenta addirittura del 271% rispetto al 2022. Oltre a ciò, sono stati erogati oltre 30mila euro per compensare i 660 cinghiali abbattuti nel 2024. In tutto il mandato sono stati 19.242 i cinghiali abbattuti dai cacciatori e 5.508 dal Nucleo Faunistico.
Le deleghe a gennaio: ci sarà anche il vicepresidente
Robaldo non si sottrae alla domanda sulle deleghe, ancora da assegnare. Sono in corso gli incontri con i vari gruppi politici, spiega: c’è già stato quello con il centrosinistra di La nostra provincia, mentre questo giovedì toccherà a Patto Civico, Fratelli d’Italia e Forza Italia. “È mia intenzione - annuncia - individuare la figura del vicepresidente e affidare le deleghe, all’esito di questi incontri con i gruppi e fra i gruppi provinciali”: le decisioni dovrebbero essere comunicate dopo metà gennaio.
Una nota, infine, per rispondere alla lettera inviata da Paolo Chiarenza e Guido Giordana: “È sempre un piacere leggere le considerazioni degli amici Chiarenza e Giordana. In particolare quando queste riguardano il mondo delle Province. Chiarenza, poi, avendo svolto il ruolo di Consigliere Provinciale ben ricorda cosa fossero questi enti e quale importanza avesse avessero. Confido, quindi, che questa "alta attenzione" venga sempre mantenuta anche all'interno dei partiti di maggioranza e di minoranza perché è improcrastinabile un intervento normativo teso a ridare dignità alle Province”.
Andrea Cascioli
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