Verduno, denuncia con un video ‘‘il teatrino del Covid’’ e l'ospedale minaccia querela. Il Pd: ‘‘Follia negazionista’’
Sul controverso filmato, girato dal figlio di una paziente, interviene il segretario provinciale dem con un post ripreso dalla pagina Facebook ufficiale del partitoIl “caso” nasce da una serie di video in diretta postati su un profilo personale di Facebook. Autore un uomo residente a Sommariva Bosco, G.L.O., la cui madre 75enne e affetta da una grave patologia era stata accompagnata in ambulanza al Pronto soccorso di Verduno, nella giornata di mercoledì 18.
Qui l’anziana era stata trattenuta diverse ore e poi trovata positiva al Covid-19 dopo un primo tampone (diagnosi smentita da un successivo test, a quanto riferisce l’uomo): il figlio, molto contrariato per aver appreso che la paziente non sarebbe stata dimessa subito come sperava, aveva quindi sfogato la sua rabbia sul social sostenendo che la madre non potesse essere positiva e aggiungendo “quando difendete il teatrino del Covid ricordatevelo bene tutto questo. I 700 euro o i 2000 euro agli ospedali” [NdR: riferimento a una polemica innescata da Guido Bertolaso. La cifra di “2000 euro a paziente”, tuttavia, si riferisce a una stima delle spese e non a un ipotetico ricavo per gli ospedali]. In seguito aveva postato un’immagine con una didascalia ironica nei confronti dello “strapieno” Pronto soccorso di Verduno.
Illazioni che hanno provocato la reazione dell’azienda sanitaria, che ha affidato la questione all’ufficio legale dell’Asl Cn2: “Le strutture sanitarie dell'Asl Cn2, - si legge nel comunicato ufficiale di risposta - soprattutto il personale composto da Oss, infermieri e medici, stanno sostenendo un carico professionale e umano senza precedenti. Il personale in servizio sul territorio e a Verduno è quotidianamente sottoposto a uno sforzo al limite delle possibilità, anche perché gli operatori stessi, in numero molto maggiore rispetto alla prima ondata, sono soggetti al rischio di contagio. Dunque, come evidente, la componente sanitaria, che agisce con abnegazione e sacrificio, non trae alcun giovamento dalla situazione. Come organizzazione sanitaria restiamo disponibili a proseguire l'impegno professionale e assicuriamo la dedizione umana. ‘Aiutateci ad aiutarvi’”.
La vicenda è stata ripresa da diversi mezzi d’informazione e ha suscitato reazioni politiche. Tra queste quella del segretario provinciale del Partito Democratico di Cuneo Flavio Manavella, le cui riflessioni sono state condivise sulla pagina Facebook ufficiale dei dem. “È oggettivamente allucinante l’ultima follia negazionista” commenta Manavella, ricostruendo così i fatti: “A Verduno, Cuneo, un figlio accompagna la madre in ospedale, dove la donna viene poi ricoverata perché risultata positiva al Covid. Nel mentre che ciò avviene, il figlio cosa fa? Si mette a fare un video per ‘denunciare la solita mangeria della sanità italiana’, con l’intento di smascherare il ‘teatrino del Covid’. E lo pubblica su Facebook, dichiarando inoltre di voler chiamare avvocato e carabinieri. Sfortunatamente per lui, la Asl ha visto il video e sembra intenzionata a denunciare l’uomo, che si ritroverà così davvero costretto a chiamare un avvocato”.
“Ma, - conclude il vicepresidente della Provincia - ironie a parte, rimane un grande tema: questa follia negazionista deve fermarsi. Perché è assurda, astrusa e non serve a nessuno in questo momento così delicato. Anzi, a pensarci meglio a qualcuno serve: e quel qualcuno è il virus stesso”.
a.c.
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