Cherasco, polemiche dopo la foto sul monumento alle vittime dell’Heysel. L’azienda si scusa
L’associazione Quelli di Via Filadelfia aveva denunciato l’oltraggio alla memoria dei 39 tifosi. Il team manager di Tecnocasa assicura: “L’immagine sarà rimossa”Si è chiusa con un messaggio di scuse, da parte dell’azienda chiamata in causa, la polemica sulla fotografia aziendale dell’agenzia Tecnorete a Cherasco. L’immagine circolata nelle scorse ore ritraeva diversi affiliati al franchising della provincia di Cuneo, seduti sui gradini del monumento alle vittime dell’Heysel.
L’installazione, voluta dal Comune e inaugurata nel 2016 presso i giardini del santuario di Madonna delle Grazie, rappresenta un omaggio alla memoria delle 39 vittime della strage del 1985, provocata da una folle carica degli hooligans inglesi contro gli spettatori assiepati nel settore Z dello stadio Re Baldovino di Bruxelles, dove di lì a poco si sarebbe tenuta la finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool. Nella calca morirono trentadue cittadini italiani, quattro belgi, due francesi e un irlandese e oltre 600 persone rimasero ferite.
“Trovo assolutamente disdicevole che per pubblicizzare un’attività commerciale non si abbia il minimo pudore a oltraggiare la memoria di 39 vittime innocenti a cui il monumento è dedicato” aveva dichiarato Beppe Franzo, presidente onorario dell’associazione Quelli di Via Filadelfia che molto si è spesa in questi anni per non far cadere nell’oblio una delle più terribili tragedie del calcio. A nome dell’associazione Franzo aveva espresso “il massimo disappunto” e chiesto “l’immediata eliminazione della foto dai siti in questione, con pubbliche scuse a quelle famiglie che dal 1985 portano in seno un dolore mai sopito. Episodi come questi evidenziano come la coltivazione della memoria dell’Heysel dev’essere una delle attività primarie di quelle associazioni che, come la nostra, porta nel cuore quell’immane tragedia”.
A stretto giro è arrivata la replica del team manager di Tecnocasa Franchising Giovanni Griotti: “Quando commettiamo un errore siamo abituati a chiedere scusa immediatamente. E questo è di sicuro il caso. Lungi da noi il voler mancare di rispetto ad un luogo simbolico, ma la leggerezza da noi commessa con quello scatto non ammette scuse o giustificazioni. La foto è già stata rimossa. Voglia porgere le nostre scuse a chi si è sentito offeso”.
Andrea Cascioli
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