“A Valdieri la storia si corregge con un tratto di penna (nera)”
Cuneo Possibile contesta il sindaco Giordana sulla questione dei gelsi intitolati ai partigiani. La provocazione: “Al massimo possiamo dedicarli a Emanuele Filiberto”Riceviamo e pubblichiamo:
Nel Comune della valle Gesso si celebra la Costituzione, ma omettendo di ricordare chi ha dato la vita per regalarcela. Nella giornata di martedì 1 aprile gli alunni delle scuole della valle prenderanno parte alla piantumazione di dodici gelsi, e presso ogni pianta sorgerà un pannello con un articolo della Costituzione, abbinato al nome di un partigiano. A commento di tale iniziativa il sindaco di Valdieri Guido Giordana, noto esponente di Fratelli d'Italia, con un equilibrismo degno di un Savoia in fuga ci spiega che la lotta di Liberazione è “divisiva”. Probabilmente preferirebbe un racconto incolore, in cui la libertà è spuntata come un fungo dopo la pioggia e i nazifascisti si sono sciolti come neve al sole. Piantiamo alberi, ma attenzione: nessuno osi dire che questi gelsi ricordano i partigiani. Al massimo possiamo dedicarli al “sentimento democratico generico”, alla “libertà moderata” o magari a Emanuele Filiberto, già insignito della cittadinanza onoraria dal Comune. D’altra parte, quale miglior simbolo della nostra storia che un rampollo di una famiglia che prima ha firmato le leggi razziali, poi è scappata col bottino e oggi fa il dj tra una pubblicità di patatine e l’altra?
E così Valdieri ci insegna un nuovo modo di affrontare il passato: annacquarlo, renderlo vago e accogliente, perché ricordare chi combatteva contro i fascisti potrebbe turbare i fascisti di oggi. Chissà , magari la prossima iniziativa sarà una bella conferenza su “Mussolini e il suo complesso rapporto con i treni” o “Come la dittatura ha reso l’Italia unita (ma non troppo)”.
Intanto, mentre in tutta Italia si ricorda chi ha dato la vita per liberarla, a Valdieri si preferisce una versione più soft: fascisti e partigiani, tutti uguali, tutti brave persone, tutti un po’ vittime della guerra. Un bel minestrone di memoria selettiva, condito con un po’ di revisionismo e servito tiepido, per non urtare gli stomaci più delicati.
Ma tranquilli: il 25 aprile rimane festa. Così almeno possiamo fare il ponte.
Cuneo Possibile
Redazione

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