Agenzie viaggi, più ombre che luci: “Troppe incognite, poche prenotazioni”
Dopo la pandemia, le riaperture e la fine dello stato di emergenza sembravano offrire ottime prospettive al settore, ma la guerra scoppiata in Ucraina e i rincari dell’ultimo periodo rendono difficile il presente e incerto il futuroC’è chi ci scherza su (“Abbiamo avuto mezzo pomeriggio di gioia, tra l’annuncio della fine dello stato di emergenza e l’inizio della guerra in Ucraina”), qualcun altro per rendere l’idea della situazione di stallo che si vive, usa una metafora: “Avete presente i bambini dal gelataio davanti ai diversi gusti? Il gelato lo vogliono, ma non sanno quale prendere”. E poi c’è anche la voce fuori dal coro di chi predica ottimismo: “Bisogna guardare avanti e darsi da fare, non piangiamoci addosso: siamo ripartiti”. Il giro tra le agenzie di viaggio cuneesi offre spunti di riflessione e letture differenti del periodo che stiamo vivendo, tra le riaperture dopo i due anni di Covid, i rincari ed il conflitto in Ucraina. Anche se a prevalere è la preoccupazione per un rilancio che per il momento è stato solo assaggiato.
“Quando Speranza ha annunciato la fine dello stato di emergenza, abbiamo avuto un mezzo pomeriggio di gioia, poi è arrivata la guerra – scherza Valentina Gazzera, titolare di Viaggi & Emozioni -. Stiamo vedendo che la gente ha paura. A febbraio erano partite tante richieste, adesso le persone sono frenate: la guerra incide, ma anche i rincari. Quando mi viene chiesto un preventivo per mete italiane, è anche dura per me comunicarlo al cliente, perché spesso ci sono cifre inarrivabili. Dopo il Covid, continuano ad essere tempi difficili per noi: io sono da sola in agenzia e sono riuscita in un modo o nell’altro ad andare avanti, ma questa situazione finisce per scoraggiare chi fa questo lavoro. Una cosa però il Covid l’ha migliorata per noi: tra documenti e criticità legate alla pandemia, la gente si rivolge di più alle agenzie rispetto a prima, perché si sente maggiormente tutelata”.
“Chi vuole fare un viaggio con determinati servizi, rivolgendosi alle agenzie si sente più sicuro – conferma Luca Bramardi di Bramardi Viaggi -. Però la gente è preoccupata per quanto sta accadendo. Ha voglia di tornare a viaggiare, ma è in attesa, cerca di capire cosa succederà per fare la scelta migliore. E’ come quando un bambino entra in gelateria: vuole il gelato, ma non sa quale gusto prendere. Ci sono ancora troppe incognite, il conflitto ha aggiunto insicurezze ad una situazione già difficile: noi eravamo specializzati sui viaggi a lungo raggio, quanto successo negli ultimi anni ci ha costretti a rimodulare la nostra offerta. Ci siamo riadattati, oggi vendiamo bene il Canada, meno le altre rotte lontane. E in Italia e in Europa andiamo abbastanza bene. Prospettive? Cerchiamo di essere ottimisti”.
Fotografa in modo simile la situazione Elena Mandrile, titolare di Pangea Viaggi: “Siamo sempre in stallo: la gente chiede preventivi, ma poi temporeggia, aspetta a prenotare. A volte vengono solo a chiederci qualcosa, siamo diventati più dei risolutori di problemi che degli agenti di viaggio. Qualcosa si sblocca per quanto riguarda i viaggi di nozze, che per noi significano tanto. La guerra? Per quello che abbiamo potuto constatare noi, ha inciso, come anche i rincari: c’è stato un periodo nel quale avevamo un sacco di lavoro, il telefono suonava in continuazione, poi tutto si è nuovamente bloccato. Noi lavoriamo anche con la biglietteria etnica, quindi con stranieri che tornano a casa, ma anche per loro è difficile con questi aumenti, specie se ci sono nuclei familiari numerosi. Credo che questa estate ci sarà di nuovo un turismo di prossimità, anche se in Italia è tutto molto caro”.
“Si vive alla giornata, la situazione è difficile – aggiunge Raffaella Giordanino del Centro Storico Viaggi -: pensi che noi dopo 27 anni abbiamo dovuto trasferirci da via Roma a via Saluzzo, perché i costi erano troppi. Continua a non sbloccarsi nulla, ci dicono sempre che dovrebbe arrivare la ripartenza, ma poi c’è sempre qualcosa a complicare le cose. Più che la guerra, noi vediamo ancora la preoccupazione della gente per quanto accaduto in questi anni, che porta a non prenotare perché non è sicura di poter rientrare senza problemi. E poi c’è la paura per il futuro, che abbiamo tutti: mancano i soldi e si viaggia meno. Se sono ottimista? Fatico ad esserlo, è due anni che viviamo così, la famosa luce in fondo al tunnel noi non la vediamo”.
La voce fuori dal coro è quella di Eraldo Pancera di Robe di Viaggio. In agenzia c’è gente e lui dispensa ottimismo e fiducia: “Bisogna darsi da fare, essere pessimisti ed attendere che qualcosa accada non serve. Noi siamo ripartiti, anche se a fasi alterne: lavoriamo molto, a gennaio abbiamo preso due persone in più. Ci occupiamo delle tante procedure burocratiche di questo periodo, servizi che il cliente apprezza. La gente ha voglia di tornare a viaggiare: la guerra ha inciso per la prima settimana, poi le persone hanno ripreso a prenotare, anche perché i tour operator vengono incontro in tutto al cliente, lo tutelano e lo proteggono, dando anche la possibilità di annullare”. L’agenzia di piazza Europa punta molto sui viaggi aziendali: “Queste soluzioni ci danno tanto, a giugno facciamo partire circa 7 mila persone, e abbiamo già prenotazioni per il 2023. Anche la crociera è tornata in auge. Ripeto, stiamo andando bene, ma ci stiamo dando anche molto da fare, più di prima”.
Redazione
CUNEO Agenzie viaggi