Ai funerali del papa anche la cugina di Peveragno: “Un fiume di gente, quanto affetto dai fedeli”
Nella Bergoglio ha seguito la cerimonia dal colonnato di San Pietro: “In basilica mi sono emozionata. Ora facciamo tesoro di ciò che ci ha insegnato”Un viaggio da Peveragno a Roma durato un giorno appena, il tempo di salutare per l’ultima volta un parente speciale e tornare a casa. Per Nella Bergoglio questa è stata una visita più triste delle altre: “Giorgio” questa volta non era lì ad attenderlo, come accadeva negli anni scorsi.
L’ultimo abbraccio lo scorso 15 gennaio, quando la ristoratrice di origini astigiane, trasferitasi a Peveragno dopo il matrimonio con Angelo Macario, ha accompagnato in Vaticano l’associazione Cuochi della Granda. Papa Francesco, il lontano cugino con cui aveva allacciato un rapporto epistolare dai tempi di Buenos Aires, l’ha salutata con la giovialità di sempre: “Portami una bagna cauda” l’ultima calorosa raccomandazione. Poi la malattia, i ricoveri, i messaggi a cui il pontefice sofferente, dall’ospedale Gemelli, non mancava di rispondere. Lo ha fatto, con un vocale, una settimana prima di morire: “Un abbraccio a tutti Nella, grazie”.
Dal colonnato sinistro di San Pietro, sulla prima loggia, Nella era ad assistere alle esequie insieme al marito e a un’amica che l’aveva aiutata a riannodare i fili di quella storia familiare: in comune con il futuro papa, conosciuto nel 2001, c’era un trisnonno di Portacomaro, il paese alle porte di Asti da cui provengono i Bergoglio. “Mi ha impressionata vedere uscire la bara da San Pietro, anziché lui in carrozzella. La cercavo con gli occhi” racconta la cugina, che dice di essersi emozionata, per la commozione, quando venerdì un frate l’ha accompagnata in basilica a vedere le spoglie mortali di Jorge Mario Bergoglio.
“È stata una bella funzione, semplice come la voleva lui” osserva a proposito della messa, cui ha assistito non lontano da suor Ana Maria Sivori, cugina da parte di madre e missionaria salesiana in Thailandia: “Mi ha stupita vedere questo fiume di gente che gli voleva bene: lui sapeva di essere amato dai fedeli e hanno dimostrato il loro affetto. Ora è importante che facciamo tesoro di ciò che ci ha insegnato”. Perfino i parenti del papa hanno stentato a trovare una sistemazione per la notte a Roma e ora sono già sul treno. Visto l’affollamento, non c’è stato tempo nemmeno per visitare la tomba in Santa Maria Maggiore: “Ritorneremo a Roma, con calma, anche la mia famiglia e mio figlio ci tengono”.
Andrea Cascioli

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