Al "Santa Croce" lavorano più di cento medici specializzandi. Tranchida: "Serve un campus universitario"
L'appello lanciato dal commissario durante la presentazione del nuovo reparto di Ostetricia: "Obiettivo sfidante, ma per me assolutamente raggiungibile. Forse la Fondazione Ospedale può darci una mano"“Il nostro sistema sanitario si regge sugli specializzandi. Oggi al ‘Santa Croce’ sono più di cento: si tratta di oltre il 20% della nostra forza lavoro medica. Non tutti sono piemontesi e cuneesi. Molti vengono da fuori, lasciano casa per venire a Cuneo, perchè qui si fa clinica, e chi vuole fare il medico vuole fare clinica”. È un passaggio dell’intervento di Livio Tranchida, commissario dell’ospedale cuneese, stamattina, in occasione dell’inaugurazione del rinnovato reparto di Ostetricia.
Tranchida ha sottolineato il ruolo fondamentale svolto dagli specializzandi nell’ospedale cuneese, testimoniato anche dal contributo in termini numerici citato in apertura: “L’Italia è dei giovani, dobbiamo fidarci di loro. Non ci dobbiamo preoccupare se in Pronto Soccorso troviamo un medico giovane”, ha detto il commissario, che ha poi lanciato una sorta di “sfida”. “A Cuneo serve un campus universitario che possa ospitare gli specializzandi, dove possano vivere insieme e vivere la città, non basta un housing di appartamenti”, ha detto Tranchida: “Questo deve essere il prossimo obiettivo, forse la Fondazione Ospedale dopo la PET potrà darci una mano anche in questo. È un obiettivo sfidante, ma per me assolutamente raggiungibile”.
a.d.
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