"Alla sinistra non piace il CNEL. A Cuneo non si sa quasi che cosa sia"
Riceviamo e pubblichiamo la lettera firmata, tra gli altri, dall'ex consigliere provinciale Paolo Chiarenza e dal sindaco di Valdieri Guido GiordanaRiceviamo e pubblichiamo.
Egregio direttore,
il CNEL nel suo ultimo documento presentato al Governo sostiene che “la mera introduzione di un salario minimo legale non risolverebbe né la grande questione del salario povero, né la pratica dell’abbassamento contrattuale. La contrattazione collettiva è la sede da privilegiare e valorizzare per la fissazione dei trattamenti retributivi adeguati”. Quindi secondo il CNEL l’obiettivo di alzare i minimi salariali a 9 euro lordi l’ora viene assolto più efficacemente rafforzando la contrattazione, anche tenendo conto che il totale dei lavoratori che prendono meno di 9 euro sono tre milioni circa, contro oltre 11 milioni e mezzo che prendono di più. È pertanto notevole il rischio che una gran parte dei lavoratori sottopagati resti agganciata al livello minimo di paga, quando potrebbe ottenere di più con una contrattazione aziendale o collettiva.
Quella della contrattazione è la strada che il Governo intende perseguire. Il presidente del Consiglio Meloni ha ribadito: “Un salario minimo orario stabilito per legge non è lo strumento adatto a contrastare il lavoro povero e le basse retribuzioni”.
Anche per questa presa di posizione il CNEL non piace all’opposizione di sinistra. E’ un organo previsto dall’articolo 99 della Costituzione, ed è composto da 80 rappresentanti delle categorie economiche e sociali (lavoratori, dipendenti di vari settori, datori di lavoro ed enti pubblici), compresi alcuni esperti di vari settori. Il CNEL sulla carta ha poteri di iniziativa legislativa, nonché di consulenza in tema di lavoro, di occupazione e leggi economiche e sociali per il Governo, le Camere e le Regioni. Ma in realtà, le sue funzioni – in decenni di partitocrazia e di predominio dei sindacati – sono state svuotate e lo hanno ridotto ad un ruolo irrisorio. Per questo in sede politica si è cercato con il referendum del 2016 di eliminarlo, anziché sostituirlo ad una Camera ovviando così al bicameralismo perfetto.
Anche in quel di Cuneo sono pochi coloro che ne riconoscono la potenziale funzione. Ne fa parte anche il cuneese prof. Beppe Ghisolfi, qualificato rappresentante del settore bancario. Ma non si pensa a coinvolgerlo all’occorrenza, a conferma di quanta poca conoscenza ci sia della potenzialità e della portata del CNEL. Pertanto, va apprezzata l’azione a livello nazionale di considerarlo opportunamente e rilanciarlo concretamente come organismo determinante di consulenza e di intervento sulle pressanti questioni che investono il mondo del lavoro e della produzione.
Grazie per la pubblicazione, distintamente.
Paolo Chiarenza (ex sindacalista Cisnal), Guido Giordana (sindaco di Valdieri, dipendente pubblico), Luca Ferracciolo (operaio chimica-plastica)
c.s.
CUNEO cnel