All’ex Mater Amabilis nasce la cittadella della salute di Cuneo (GALLERIA)
Nella storica sede della casa di riposo troveranno posto l’ospedale di comunità, il consultorio e la neuropsichiatria infantile dell’Asl. Oggi il via al cantiereDal vecchio ospizio alla nuova cittadella della salute: l’ex Mater Amabilis di Cuneo cambia pelle, salvaguardando il suo volto storico. Stamattina il sopralluogo e la firma del contratto alla presenza del direttore generale dell’Asl Cn1 Giuseppe Guerra, dell’assessore regionale alla Sanità Luigi Genesio Icardi e della sindaca di Cuneo Patrizia Manassero, insieme ai funzionari dell’Asl e all’architetto Alberto Fantino, titolare dell’impresa di costruzioni a cui sono affidati i lavori.
Serviranno una sessantina di giorni per completare la prima fase della ristrutturazione: “Si inizierà con gli spazi che ospiteranno il consultorio al pianterreno” spiega Guerra. Da settembre l’avvio dei lavori al piano superiore: l’intervento, finanziato con 2 milioni e mezzo di fondi Pnrr e con una spesa complessiva intorno ai 3 milioni, è legato alle scadenze del piano, quindi non entro marzo 2026. Nella futura cittadella, oltre al consultorio oggi al terzo piano della sede Asl di via Boggio, troveranno casa un ospedale di comunità con venti posti e alcuni servizi dell’azienda sanitaria che al momento sono nella sede di villa Santa Croce: la neuropsichiatria infantile, l’ambulatorio vaccinale e la commissione invalidi. Più la guardia medica, il cui contratto è in scadenza a fine 2024. L’edificio ha una superficie in pianta di circa 4.320 metri quadrati, suddivisi per 2.380 mq al piano terra e 1940 mq al piano primo: 1800 metri quadrati saranno destinati all’ospedale di comunità.
“Abbiamo pensato a un piano rivoluzionario che va incontro alle esigenze dei cittadini” aggiunge il direttore dell’Asl cuneese, che sul territorio sta coordinando nove progetti di case di comunità e tre ospedali di comunità, tra cui appunto quello di Cuneo: “Tanti servizi sono dispersi sul territorio, è fondamentale la polarizzazione per concentrarli nel miglior modo possibile”.
“È un’area importante in un luogo molto bello della città, che i cuneesi amano tantissimo” ricorda la sindaca. Il Comune aveva già investito sulla struttura avviando un progetto per l’autonomia dei disabili, in seguito trasferito nel grattacielo degli uffici finanziari. “Con l’opportunità di avere su Cuneo un ospedale di comunità - afferma la prima cittadina cuneese - è stato quasi automatico immaginarlo qui, per quanto si tratti di locali antichi e non così facili da riadattare”. Il lavoro autorizzativo, coordinato con la Soprintendenza, è stato complesso ma è andato a buon fine: ora restano da valutare i servizi di trasporto, che potranno avvalersi del vicino parcheggio. “L’ospedale di comunità - sottolinea Manassero - è una struttura nuova che si inserisce nel panorama dei servizi sanitari: ne abbiamo avvertito il bisogno con la pandemia da Covid”.
A volerlo è stata in particolare la Regione: l’apertura del cantiere, dichiara l’assessore Icardi, “apre il primo tassello di quella medicina territoriale che tanto ci è mancata durante il Covid e che vent’anni di tagli hanno depauperato”. Il primo ospedale di comunità è “frutto della collaborazione fattiva tra Regione, Asl e Comune”, aggiunge Icardi, che menziona anche il futuro dell’ospedale sull’altipiano: “Abbiamo in previsione ulteriori servizi di comunità nell'attuale struttura del Santa Croce, quando sarà dismessa”. L’obiettivo è “differenziare i servizi per i pazienti cronici da quelli acuti che andranno nel nuovo ospedale”.
Andrea Cascioli
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