Ancora basse le iscrizioni all’università: la Granda è la seconda provincia peggiore della regione
Nel 2022 il 51,7% dei neodiplomati in Italia si è iscritto all’università. Nel Cuneese la percentuale non raggiunge il 49%. Al primo posto in Piemonte la provincia di Alessandria con il 58,3%Sono ancora pochi i giovani che decidono di frequentare l’università e, nella maggior parte dei casi, la loro scelta rimane fortemente condizionata dal contesto economico e socioculturale di appartenenza. A livello nazionale, l’anno scorso solo il 30,6% dei ragazzi e delle ragazze tra i 25 e i 34 anni era in possesso di una laurea (o di un titolo terziario equivalente), un dato che è migliorato rispetto al 2022, ma che classifica l’Italia comunque in terzultima posizione in Unione Europea, appena dopo Romania (22,5%) e Ungheria (29,4%).
Secondo i dati della fondazione indipendente Openpolis, oltre il 67% dei giovani che appartiene a una famiglia in condizione economica buona vuole andare all’università, contro il 46% di coloro che vivono in una situazione meno privilegiata. Il dato poi varia molto anche a livello territoriale. Nel 2022, il 51,7% dei neodiplomati si è iscritto all’università. Un dato che però raggiunge al 57% nel centro Italia, scende al 53,5% nel nord e si abbassa ulteriormente al 47,4% del sud. Le regioni con le percentuali più basse si trovano tutte nel meridione: Campania (39,2%), Sicilia (49,6%) e Sardegna (51,5%).
A livello provinciale, invece, in sei province italiane il dato ha superato il 60%, ma tra queste non ce n’è nessuna piemontese. Si tratta di Isernia (66,7%), L’Aquila (62,6%), Teramo (62%), Parma (61,8%), Trieste (61,2%) e Pescara (60,3%). Al fondo della classifica ci sono Bolzano (i cui giovani però spesso si iscrivono alle università in Austria), Salerno (36,5%) e Napoli (38,6%).
Guardando la situazione provinciale piemontese si notano differenze profonde tra le varie province. Al fondo della classifica (i dati sono riferiti al 2022) c’è la zona di Verbano-Cusio-Ossola, con il 47,1%. Male anche il Cuneese, che non raggiunge il 49% (48,9%), collocandosi peggio della Sicilia, che si trova al fondo della classifica nazionale. In testa, invece, l’Alessandrino (58,3%), il Biellese (57,7) e il Novarese (56,6%).
Micol Maccario
CUNEO Studi