'Azionista di autostrade è anche controllore: conflitto di interessi alla Fondazione Crc?'
Il tema sarà affrontato nel prossimo Consiglio comunale a Cuneo, oggetto di un'interrogazione presentata da Ugo Sturlese“Nella seduta del Consiglio comunale del 24-25 luglio è stato approvato un Ordine del Giorno, presentato dal Partito Democratico, nel quale si invitava la Fondazione CRC a tenere maggior conto del principio di trasparenza e a realizzare rapporti di interscambio di linee strategiche. Abbiamo appreso da organi di stampa ed in particolare dal quotidiano “Il Fatto” di domenica 26 agosto che l’attuale presidente della Fondazione Giandomenico Genta occupa la carica di Presidente del Collegio Sindacale di Autostrade per l’Italia (oltre ad altre 26 “poltrone”), mentre la stessa Fondazione è azionista per una quota dello 0,27% del capitale di Atlantia, l’Azionista di maggioranza di Autostrade per l’Italia, configurandosi così la classica condizione del controllore-controllato, tipica di questo “meraviglioso Paese” come recita lo slogan di autostrade per l’Italia, ripreso dal quotidiano”. Si apre con queste premesse l'interpellanza a risposta orale che Ugo Sturlese presenterà durante il prossimo Consiglio comunale a Cuneo: “Conflitto etico di interessi alla Fondazione CRC? Azionista di Autostrade è anche controllore”, questo il titolo del testo.
“Dal portale di Atlantia - prosegue il consigliere del gruppo Cuneo per i Beni Comuni - si ricava che il Collegio Sindacale vigila sulla correttezza dello Statuto, sul rispetto dei principi della corretta Amministrazione, sul corretto funzionamento, di una Società che richiama fra i pilastri della propria strategia la sicurezza delle infrastrutture ed il miglioramento continuo della qualità dei servizi. Di conseguenza riesce difficile comprendere come un Presidente di Fondazione e responsabile di altri 26 incarichi possa svolgere adeguatamente i propri compiti di vigilanza a tutela dei cittadini e operare le scelte più opportune nell’interesse dell’Istituzione che presiede (che in effetti ha visto la propria quota azionaria svalutarsi di 10 milioni). Proprio da questa opacità, legalmente protetta, derivano conseguenze negative sul complesso dei regimi di concessione e sull’intero sistema Paese (come emerge anche dalle prime indagini sul disastro del ponte Morandi, che è costato la vita a 43 ignari cittadini e danni incalcolabili alla città di Genova e alla rete delle comunicazioni di un vasto territorio di riferimento)”. Sturlese prosegue poi evidenziando che “il regime privatistico che caratterizza lo statuto delle Fondazioni le espone a rischi di conflitto di interessi, tutelati ed anzi favoriti dall’attuale ordinamento giurisdizionale, che derubrica tale condizione a inopportunità etico-politica, come già sperimentato in precedenti occasioni”.
Infine, l'interrogazione rivolta direttamente al sindaco Federico Borgna: “Lo interroghiamo per conoscere il suo giudizio su tali comportamenti (cumulo di incarichi in posizione, in questo caso, di controllore-controllato da parte del Presidente della Fondazione CRC), che pur mantenendosi verosimilmente in un ambito di legalità, rischiano di ledere gli interessi primari dei cittadini e della stessa istituzione da lui presieduta”.
r.c.
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